Verbania, 2 giugno 2021 - L'impiego massiccio dei cosiddetti 'forchettonì durante la corsa della funivia del Mottarone potrebbe avere scaricato una tensione eccessiva sulla fune e, quindi, la rottura all'altezza dell'attacco del carrello. È una delle numerose ipotesi al vaglio dei consulenti della procura di Verbania che devono fare luce sulle cause dell'incidente del 23 maggio costato la vita a 14 persone.
Gli accertamenti tecnici sono piuttosto laboriosi e richiederanno, fra l'altro, un accesso all'interno della cabina, che è ancora sul posto e che potrà essere rimossa solo con una serie di accorgimenti. Lunedì è prevista una seconda ispezione.
I 'forchettonì sono dei ceppi che impediscono al freno di emergenza di scattare, interrompendo la corsa. Durante il normale orario di servizio debbono essere rimossi ma il 23 maggio sono stati lasciati sulla cabina 3. Le indagini hanno appurato che questo espediente - non consentito - era stato adottato diverse volte nel corso del mese e forse anche in precedenza.
Intanto la Procura di Verbania ha ricevuto i video girati, tra il 2014 e il 2018, da uno svizzero dai quali emergerebbe l'utilizzo anche in quegli anni dei forchettoni per disattivare i freni di emergenza della funivia del Mottarone. Lo conferma la procuratrice Olimpia Bossi che chiarisce che al momento preferisce evitare «ogni valutazione».
Le immagini erano state inviate all'emittente tv tedesca ZDF, dopo l'incidente, e la Zdf ha comunicato di averle girate ai pm di Verbania. Quei filmati ora dovranno essere analizzati dagli inquirenti per capire se davvero già almeno 7 anni fa venivano usati i «ceppi» per bloccare il sistema frenante di emergenza. Il caposervizio Tadini ha detto che i forchettoni venivano usati perché c'erano anomalie ai freni. Anche in relazione a queste lamentate anomalie sono in corso indagini.