Firenze, 26 agosto 2023 – A Spezia è boom di casi di gastroenterite da rotavirus. Decine di bambini piccoli sono stati portati al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Sant’Andrea in quanto presentavano febbre, forti dolori addominali, nausea e scariche. Sono questi infatti i sintomi principali che si riscontrano con questo tipo di virus. Ma ecco dunque nel dettaglio una guida sulla gastroenterite da rotavirus nei bambini, con tutto quello che c’è da sapere (e da fare).
Rotavirus, cos’è e come si trasmette
Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, il rotavirus è la causa più comune di gastroenteriti virali fra i neonati e i bambini sotto i 5 anni. In particolare, nei bambini molto piccoli il virus può causare una diarrea grave con disidratazione. La maggior parte delle infezioni è causata dai ceppi del gruppo A (in misura assai minore da quelli del gruppo B e C).
Come si trasmette. La principale via di trasmissione del virus è quella oro-fecale, ed è possibile la diffusione per contatto e per via respiratoria. Poiché il virus è stabile nell’ambiente, la trasmissione può avvenire attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminato o a causa del contatto con superfici contaminate (come i giocattoli).
Sintomi e quanto dura
La gastroenterite da rotavirus, spiega ancora l’Iss, ha un periodo di incubazione di circa due giorni, dopo i quali insorgono vomito e diarrea acquosa per 3-7 giorni. In un terzo dei casi è presente febbre elevata. Nella maggior parte dei casi, quando si sviluppa una forma blanda di diarrea, i malati guariscono senza alcun trattamento. Tuttavia, una diarrea acuta può portare a disidratazione grave dell’organismo, una condizione che rischia di essere grave o letale senza un intervento adeguato.
Cosa fare
Il pericolo maggiore dopo aver contratto la malattia è che si sviluppi una forma grave di diarrea con conseguente disidratazione, specialmente nei bambini piccoli o negli anziani. In questo caso l’organismo perde quantità eccessive di acqua e di sali e non riesce a ristabilirle. I segni della disidratazione sono chiari: ridotta produzione di urina, sete eccessiva, secchezza della bocca e sonnolenza insolita.
In caso di disidratazione può essere necessario il ricovero in ospedale per la somministrazione di fluidi per via endovenosa, ma di solito il trattamento è aspecifico e consiste nella reidratazione per via orale per compensare la perdita di liquidi.
Cosa mangiare
Come spiega l’Humanitas, è bene cercare di compensare le perdite bevendo tanta acqua: in presenza di vomito o di diarrea infatti si perdono molti liquidi e la reintroduzione aiuta a riequilibrare. È bene poi non digiunare, ma mangiare in bianco, privilegiando alimenti facilmente digeribili come pane, riso, pesce e carne bianca, mele e pere.