ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Il patto del referendum. Giani nell’asse a cinque contro l’Autonomia del decreto Calderoli

Le Regioni faranno richiesta entro l’11 luglio: "Convergenza politica". Un avvicinamento al M5Stelle che piace al Pd. E si guarda al 2025

Firenze, 30 giugno 2024 – Il patto dei cinque governatori proverà ad allargarsi. Non sarà facile, ma già così le Regioni che si sono imbarcate nell’impegno politico di dare battaglia al decreto Calderoli di Autonomia differenziata, hanno i numeri per chiedere il referendum. Ci stanno dentro Toscana, Emilia Romagna, Sardegna, Puglia e Campania. C’è da scrivere in corsa il testo del quesito da sottoporre agli altri, ma il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha già buttato giù una bozza.

Eugenio Giani
Eugenio Giani

I tempi per arrivare a chiedere la consultazione sono stretti, la scadenza fissata: 11 luglio. La deadline coincide con il giorno delle dimissioni dello stesso Bonaccini (dopo il G7 su Scienza e Tecnologia di Bologna). La governatrice della Sardegna Alessandra Todde (ex sottosegretaria e viceministra al Mise, apprezzata esponente del M5Stelle) ha incontrato in conferenza online sia il presidente toscano Eugenio Giani, sia il pugliese Michele Emiliano per serrare le file. Nei prossimi giorni saranno coinvolte tutte le Regioni.

Si tratta di un fatto politico rilevante e l’alleanza tra le cinque Regioni è una prova generale di campo largo, con la mission politica di spezzare il baratto tra Fratelli d’Italia e Lega."Si tratta di un decreto bandiera alla ricerca di una coesione politica che sul piano concreto non c’è – spiega Giani – Questo è un governo molto centralista e lo si dede in ogni atto".

Ma nel patto a cinque per il referendum c’è di più della battaglia al decreto Calderoli, tra le righe si può leggere l’inizio di un avvicinamento di Giani ai Cinquestelle, un movimento che accarezzerebbe il Pd toscano col pelo ritto per il campo larghissimo di Giani che tiene dentro Italia Viva. Ma il governatore toscano non ne vuole sentire parlare, parla della maggioranza larghissima che avversa il decreto Calderoli che va da Italia Viva ai radicali. Allontana altri discorsi e conseguenze. Le Regionali sono troppo lontane per parlare delle candidature. E’ questa la posizione ufficiale del presidente toscano Eugenio Giani: "Non è il momento per star dietro alle alchimie politiche, mancano 15 mesi alle elezioni e la mia priorità di azione è governare".

In verità nelle stanze dei bottoni (e non solo), di papabili candidati si parla, eccome. Giani è pienamente consapevole che il clima da campagna elettorale perenne non solo allontana ulteriormente la gente dalla politica (quando gli astensionisti sono già praticamente maggioranza assoluta) ma rischia di far perdere popolarità a chi governa che finisce per sembrare più preso dalle beghe di alleanze eccetera che dai problemi della gente.

In ogni caso, come dimostrano i fatti, i nomi girano: ultimo esempio è quello di Sara Funaro neoeletta sindaca di Firenze che era già stata incoronata nella primavera dello scorso anno. Giani occupa il centro della scena, tesse alleanze forte della sua popolarità. E così facendo prova a oscurare eventuali ragionamenti interni al Pd. Ci sono caminetti? Nel caso Giani non ci soffia sopra, spruzza acqua.