EMANUELE BALDI
Cronaca

Giani-Fossi amici per un giorno. Obiettivo battere cassa a Roma. Ma covano le braci sotto la cenere

Il presidente alza i toni contro il governo e si allinea alla sinistra Pd: "Soldi solo per il Ponte sullo Stretto". Dalle risorse per la sanità, alle infrastrutture: "Tagliati finanziamenti per 600 milioni di euro"

Alcuni protagonisti del coordinamento regionale del Pd: Christian Di Sanzo, Eugenio Giani, Emiliano Fossi e Diego Blasi

Alcuni protagonisti del coordinamento regionale del Pd: Christian Di Sanzo, Eugenio Giani, Emiliano Fossi e Diego Blasi

Firenze, 10 agosto 2024 – C’è chi dice – un po’ con malizia e un po’ con mestiere – che dietro i sorrisi distensivi (e navigati) di ieri mattina alla sede del coordinamento regionale del Pd tra Eugenio Giani e Emiliano Fossi ci fosse una blanda regia del Nazareno. Un invito, per ora non stizzito, a scavalcare almeno il break ferragostano – dopo giorni di tensioni latenti a stento mascherate dal governatore, che fa buon viso a cattivo gioco e accoglie favorevolmente il laboratorio pre-voto 2025 (anziché un’investitura preventiva) che prenderà il via a settembre per volere del segretario regionale – all’insegna del volemose bene . E pazienza se, sotto traccia, l’area sinistra dei dem e i possibilissimi nuovi alleati pentastellati e Avs del campo largo, continuino a non mostrare entusiasmo di fronte all’ipotesi del Giani bis.

«Ripartiamo dal lavoro grandissimo e importante fatto dalla Regione e dal presidente Giani che sarà protagonista di quel percorso di apertura del cantiere", dice a ogni modo un conciliante Fossi che ne approfitta per puntellare i papabili nuovi alleati, da Avs ai Cinque Stelle fino alle formazioni moderate e liberali: "Chiediamo di fare un chiaro posizionamento di campo, non è più tempo di equilibrismi. O da una parte o dall’altra". E Giani di rimando mostra disponibilità totale.

Al netto di tutto l’occasione per il riallineamento agostano più o meno di facciata in casa è la presentazione del dossier con il cahier de doléances della Toscana nei confronti del governo Meloni. Un documento che punta il dito contro Roma e spazia dalle risorse sulla sanità, compreso lo stallo sul biotecnopolo di Siena con 135 milioni di euro tagliati, al taglio ai collegamenti infrastrutturali di Livorno, dal mancato avvio dei lavori per la Tirrenica "dove anche la Via è stata approvata ma resta tutto fermo e si va a 40 all’ora", alla sforbiciata dei finanziamenti per le linee della tramvia a Firenze fino alle circa 70 crisi aziendali rispetto alle quali, sostiene Fossi, "il governo non è pervenuto".

Ma è proprio Giani ad alzare insolitamente più di tutti gli altri i toni contro Roma (in particolare sul tema infrastrutture, quello a lui più caro) spostandosi più ’a sinistra’ di quanto forse non aveva mai fatto in questi anni di govern o del Granducato. Una mossa inevitabile e – secondo gli addetti ai lavori – azzeccata e non più rimandabile nell’ottica di un messaggio da inviare in primis alla segretaria Elly Schlein, figura di riferimento di chi vede nell’attuale governatore una figura forse troppo riformista e moderata rispetto al nuovo corso del partito.

L’ostilità del governo Meloni "si può presentare con il nostro codice penale quando individua una prova: quando gli indizi sono gravi, precisi, concordanti fanno una prova. E noi ogni giorno ne vediamo così tanti di indizi da farci capire che c’è un atteggiamento di ostilità", attacca il governatore. E poi, punzecchiando il ministro Matteo Salvini, Giani tira in ballo "gli uffici ministeriali" dai quali anche in tempi recenti avrebbe ricevuto un’accoglienza di questo tenore alle sollecitazioni per avere risorse in più per la Toscana: "Che vuole, presidente? I soldi vengono tutti mandati e prosciugati per il ponte sullo Stretto di Messina". Un orientamento che spinge Giani a sbilanciarsi in una previsione: "Questa risposta mi porta a pensare che quando fra un po’ faremo il bilancio e non ci saranno stati i soldi per fare quello che avevamo concordato con accordi di programmi, ma non ci sarà nemmeno il ponte sullo Stretto".

«Questo dossier dettagliato contiene tutte le scelte fatte o non fatte appositamente per penalizzare la Toscana – rimpolpa le accuse Fossi – e questo avviene non solo per un’incapacità ormai manifesta, ma anche per una volontà politica, strumentale tesa a penalizzare una regione che ha un colore politico diverso". In questo modo, però, osserva il leader dei dem toscani "il governo fa l’errore madornale di colpire non tanto il Pd o la Regione, quanto i cittadini e le cittadine". Il patto anti-Roma del Pd toscano è dunque siglato. Per i ’panni sporchi’ da lavare in casa si aspetteranno le pioggie d’autunno.