Lucca, 29 aprile 2023 – Nemmeno un mese prima dell’aggressione alla dottoressa Barbara Capovani, era stata fatta richiesta di Tso su Gianluca Paul Seung, ma qualcosa si è ingolfato. Ad avanzarla era stata la questura di Lucca, dopo che il 35enne aveva seminato il caos negli uffici. Questo è solo uno degli ultimi retroscena che emergono intorno all’uomo di Torre del Lago, notoriamente problematico, accusato di aver aggredito a morte la dottoressa Barbara Capovani, la sera del 21 aprile, fuori dal reparto di psichiatria al Santa Chiara di Pisa. Mentre Seung tace, oggi tutto il resto parla di lui. Dei suoi fantasmi, dei suoi vizi mentali, della sua storia e dei suoi precedenti, di cosa si poteva fare per fermarlo, e quindi ci si chiede se è stato fatto tutto o qualcosa è sfuggito.
Domande che nascono con facilità, alle quali rispondere è però più complicato. Ciò che si può fare è ricostruire i vari tasselli di questa storia, che nasce molto prima di quel tragico venerdì sera. Gianluca Paul Seung, è stato detto a ripetizione negli ultimi giorni, ha nel suo curriculum vari episodi di aggressioni. Sosteneva pesanti teorie complottiste che spesso trovavano spazio sui social, ma altrettanto spesso si concretizzavano in querele ed esposti che portava negli uffici di varie procure, nei tribunali, anche a costo di violare divieti e fogli di via. È proprio per questo che il 30 marzo Seung era andato in questura a Lucca. Per sporgere denuncia. Non si sa verso chi o per quale motivo, ma dopo discorsi sconnessi e deliranti, quando gli animi hanno iniziato a scaldarsi, ha estratto lo spray al peperoncino dalla tasca spruzzandolo addosso ai presenti. Un episodio che non stupì più di tanto e non fece scalpore. Quel tipo di reazioni da parte sua erano note alle forze dell’ordine. In quel caso venne denunciato e mandato via, se la cavò così.
Poi, però, dalla stessa questura sarebbe partita una richiesta di Tso al Comune di residenza, quindi Viareggio (indirizzata per conoscenza anche a prefettura e ospedale), ma non avrebbe avuto seguito. Il motivo non è noto. Così come non si sa ancora a che punto fosse arrivato l’iter per attuare le misure di sicurezza disposte nei confronti di Seung dal giudice di Lucca, alla fine di uno degli ultimi processi a suo carico, in merito a un’aggressione avvenuta nel 2022 verso il vigilante del tribunale lucchese. Seung era stato assolto perché secondo la perizia psichiatrica era "incapace di intendere e di volere". Ma alla luce di un’accertata "pericolosità sociale" il giudice aveva disposto le misure di sicurezza: libertà vigilata o ricovero in una struttura. Da quanto appreso l’iter era iniziato: a gennaio di quest’anno la sentenza era diventata definitiva e a febbraio era stata trasmessa dal pm delle esecuzioni di Lucca al magistrato di sorveglianza (competenza della Procura di Pisa). Mancavano gli ultimi step, non proprio immediati: la conferma della pericolosità e l’esecuzione della misura tramite il centro di salute mentale competente. Intanto, nelle scorse ore, è stata eseguita l’autopsia sul corpo martoriato della psichiatra. Secondo quando emerge da fonti investigative l’arma utilizzata per il delitto potrebbe essere un mattarello da cucina, probabilmente in legno.
Un utensile brandito con ferocia, prima colpendo Capovani alla testa e poi finendola con una decina di colpi anche sul volto. Una sequenza dell’orrore che non ha lasciato scampo alla dottoressa. E il delitto di Barbara Capovani scuote l’intero Paese: molte altre città, dopo l’iniziativa partita da Pisa, stanno organizzando per mercoledì prossimo fiaccolate silenziose per le strade del centro. Una marcia funebre per ricordare la psichiatra pisana, ma anche per denunciare i continui rischi degli operatori sanitari, sia in corsia che negli ambulatori.