Crisi e stipendi bassi, 7 toscani su 100 rinunciano alle cure. I dati di fondazione Gimbe

Aumentano le spese delle famiglie per la sanità: 1.400 euro l’anno, +19,3% nel 2022 sul 2021

Firenze, 9 aprile 2024 –  Troppe spese da sostenere, stipendi bassi, ma anche aumento delle stesse spese sanitarie. Tutti questi motivi hanno portato al dato diffuso dalla Fondazione Gimbe, secondo cui nel 2022 quasi 7 toscani su 10 hanno rinunciato a curarsi. Parallelamente, nello stesso anno la spesa annuale delle famiglie toscane per la salute è cresciuta a oltre 1.400 euro, con un incremento del 19,3% rispetto al 2021, quando era 1.178 euro.

Molti toscani rinunciano alle cure per la crisi (foto Ansa)
Molti toscani rinunciano alle cure per la crisi (foto Ansa)

L’indagine di Gimbe, spiega la Fondazione, analizza «le dimensioni dell'impatto della spesa sanitaria out-of-pocket, ovvero quella sostenuta direttamente dalle famiglie, sui bilanci familiari. In particolare, si concentra su spesa sanitaria out-of-pocket, impatto della spesa per la salute sulle famiglie, limitazione delle spese per la salute, indisponibilità economiche temporanee delle spese per la salute, rinunce a prestazioni sanitarie e povertà assoluta».

Gimbe spiega che nel 2022 il 16,7 per cento delle famiglie italiane dichiarano di avere limitato la spesa per visite mediche e accertamenti periodici preventivi in quantità e/o qualità. Il Centro, insieme a Nord-Est (10,6%) e il Nord-Ovest (12,8%), si trova sotto la media nazionale, con il 14,6 per cento, mentre tutto il Mezzogiorno si colloca al di sopra. Al Centro il 3,1 per cento delle famiglie, contro il 4,2 per cento nazionale,  dichiara di non disporre di soldi in alcuni periodi dell'anno per far fronte a spese relative alle malattie. Infine, l'incidenza della povertà assoluta per le famiglie in Italia, ovvero il rapporto tra le famiglie con spesa sotto la soglia di povertà e il totale delle famiglie residenti, è salita dal 7,7 per cento del 2021 all’8,3 per cento del 2022, ovvero quasi 2,1 milioni di famiglie in Italia. Aumento più contenuto, dello 0,4 per cento, al Centro.