REDAZIONE CRONACA

Giorgia Meloni e Irene Tinagli: l'intervista doppia

Il confronto ha concluso l’evento on line “Donne&Governance”, organizzato da Confcommercio Toscana

Giorgia Meloni

Firenze, 29 aprile 2021 - Cosa augura alla sua collega? «Di diventare segretario del Pd». Lo ha detto la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni alla vicesegretaria vicaria del Pd Irene Tinagli, alla fine dell’intervista doppia che ha concluso l’evento on line “Donne&Governance”, organizzato da Confcommercio Toscana. Insieme a loro, a confrontarsi sul tema della leadership femminile, la direttrice de La Nazione Agnese Pini e la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini. A condurre l’intervista Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana, e Anna Paola Concia, già parlamentare, attivista dei diritti delle donne e coordinatrice per Confcommercio del progetto “Donne&Governance”, nell’ambito del quale è stato organizzato il dibattito, con il contributo della Camera di Commercio di Firenze e la partnership de La Nazione.

Il vittimismo, cosa diversa dall’essere vittima, danneggia le donne? Irene Tinagli: «Certo, danneggia le donne e gli uomini. Il vittimismo è incapacità di assumersi responsabilità». Giorgia Meloni: «Assolutamente sì. Significa chiedere agli altri che ci difendano. E questo porta poi a essere esclusi dai posti che contano. Meglio difendersi da soli ma stare in prima fila».

Un’opinione sulla sua collega e avversaria politica? Giorgia Meloni: «Ho una buona opinione dell’onorevole Tinagli, è preparata. Anche se spesso non condivido quello che dice, la apprezzo». Irene Tinagli: «Con l’onorevole Meloni ci siamo conosciute in Commissione lavoro, nella scorsa legislatura, e ho apprezzato la sua franchezza e autenticità. In politica incontriamo tante maschere e lei non le ha mai».

Potreste andare al governo insieme? Giorgia Meloni: «No. In politica serve una visione netta, trovarsi a metà strada significa annacquarla». Irene Tinagli: «Insieme al governo no, più facile a cena».

Un pregio della sua collega? Irene Tinagli: «L’autenticità che è anche una delle chiavi del suo successo». Giorgia Meloni: «È una persona preparata e competente, mentre in politica tanta gente parla in modo superficiale».

Un difetto della sua collega? Giorgia Meloni: «Il partito». Irene Tinagli: «Non posso dire il partito perché lo ha fatto lei. Dovremo chiedere al suo compagno che la conosce bene».

Ci dica invece il suo più grande difetto. Giorgia Meloni: «Sono una persona pesante, che non prende mai le cose con leggerezza. Mi ha aiutato un po’ diventare madre perché i figli rimettono le cose nel giusto ordine d’importanza». Irene Tinagli: «Mi fido molto degli altri e a volte non sono abbastanza aggressiva nella leadership».

E un pregio? Irene Tinagli: «Cerco di essere sempre corretta e leale con chi ho davanti, anche e soprattutto con gli avversari». Giorgia Meloni: «La lealtà me l’ha rubata Irene quindi direi il coraggio. Non ho paura di rischiare tutto se sono convinta di una cosa».

Cosa sta leggendo? Irene Tinagli: «Oltre al Pnrr, “Economia sentimentale” di Edoardo Nesi». Giorgia Meloni: «Anch’io 330 pagine di Pnrr e “Come smettere di fumare”».

La cosa più di destra che ha fatto? Irene Tinagli: «Forse laurearmi alla Bocconi, a giudicare da quanti mi criticano per questo».

La cosa più di sinistra che ha fatto? Giorgia Meloni: «L’aperitivo a Capalbio».

Una parola della politica che non sopporta? Irene Tinagli: «Ben altro, il ‘benaltrismo’ è molto pericoloso» Giorgia Meloni: «Responsabile. Spesso dietro a questa parole si nascondono inciuci».

Se dovesse intitolare una strada a una donna chi sceglierebbe? Irene Tinagli: «Rita Levi-Montalcini». Giorgia Meloni: «Una delle donne del Risorgimento quasi dimenticate. Penso ad Anita Garibaldi o a Rosalia Montmasson, unica donna che partecipò alla Spedizione dei Mille». 

Cosa augura alla sua collega e avversaria? Irene Tinagli: «Visto che ha raccontato di essere troppo esigente con se stessa, più leggerezza». Giorgia Meloni: «Di diventare segretario del Pd». Lisa Ciardi