MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Giornata della balbuzie, perché accade questo disturbo e i falsi miti da sfatare

In Italia riguarda circa 1 milione di persone, ma può capitare a ciascuno di noi

Una scena tratta dal film "A.A.A. Achille" sul tema della balbuzie (Foto Ansa)

Una scena tratta dal film "A.A.A. Achille" sul tema della balbuzie (Foto Ansa)

Firenze, 21 ottobre 2023 - In termini medici si chiama 'disturbo della fluenza verbale', ma tutti lo conosciamo come balbuzie, problema del linguaggio che in Italia riguarda circa 1 milione di persone, in maggioranza maschi, e i cui primi sintomi si osservano in media intorno ai 3 anni di vita. Nell’88% dei casi regredisce naturalmente entro i 6 anni, ma quando ciò non accade, il disturbo può avere diverse ripercussioni psicologiche, fatte di frustrazione, vergogna, paura e bassa autostima. Chi ne è colpito, inoltre, è spesso vittima di 'voice shaming', discriminazione che soprattutto in età scolare degenera in atti di bullismo: secondo la letteratura internazionale, infatti, i balbuzienti sono tre volte più a rischio di discriminazioni e bullismo rispetto ai loro coetanei, e il 70% di essi dichiara di aver perso almeno un’occasione di impiego o di promozione a causa del disturbo legato alla propria voce. A questo tema è dedicata la Giornata internazionale della sensibilizzazione alla balbuzie che si celebra oggi, 22 ottobre. Ma cos'è esattamente la balbuzie? "Il disturbo deriva da una difficoltà di respirazione che è collegata a uno stato di ansia - spiega Dora Siervo, psicoterapeuta specialista della cura della balbuzie in Humanitas Medical Care di Bergamo - la persona che soffre di balbuzie fa fatica a respirare in maniera adeguata e quindi va in apnea, occlude le corde vocali e non riesce a far uscire il suono in modo fluente. Una condizione capace di generare un ulteriore aumento dell’ansia”. L'associazione 'Vivavoce' ha messo a punto una lista di falsi miti sulla balbuzie e su chi ne soffre. Chi balbetta non è necessariamente una persona ansiosa, anche se è vero che chi balbetta spesso vive in uno stato d’ansia significativamente maggiore: si tratta però di un effetto non della causa, in quanto chi balbetta sente con anticipo il blocco ancora prima di parlare e ciò può generare ansia prima della fonazione stessa. Nessuno studio ha evidenziato tale relazione, l’insorgenza della balbuzie non è assolutamente associata a tratti caratteriali quali timidezza o ansia sociale. A tutti può capitare, magari al primo appuntamento o in un colloquio di lavoro, di balbettare per lo stress e l’emozione. La balbuzie non è causata da un trauma infantile, anche se eventi traumatici possono giocare un ruolo importante nell'intensificazione del disturbo. Esistono però rari casi di balbuzie psicogena causata da ben più gravi avvenimenti come abusi, disastri naturali o incidenti mortali. La balbuzie non è causata dal comportamento dei genitori e non è neppure causata dall'ansia. Chi vive questa difficoltà molto spesso conosce già la situazione o le parole su cui si bloccherà, questo genera in lui naturalmente uno stato di ansia e di stress. Ansia e stress sono perciò conseguenti all’insorgere della balbuzie non ne sono la causa, anche se possono certamente aumentarne l’intensità. Non è vero che la balbuzie sia sintomo di minore intelligenza: questo è uno dei falsi miti più pericolosi perché genera pregiudizi e comportamenti discriminatori. Non è vero che la balbuzie si ‘impara’ per imitazione, non è dunque contagiosa. Numerosi studi hanno confermato invece l’esistenza di una componente genetica. Esiste quindi una familiarità, ma non si tratta di un fenomeno imitativo. La balbuzie passa da sola? Nell’88% dei casi scompare entro il sesto anno di vita, si parla in questo caso di remissione naturale, ma nel restante 12% essa si cronicizza e per essere sconfitta necessiterà di un percorso riabilitativo multi-fattoriale che andrà ad agire sulle diverse componenti che influiscono su questo fenomeno cognitivo così complesso. Nasce oggi Doris May Lessing natoil 22 ottobre del 1919 a Kermanshas. Scrittrice premio Nobel per la letteratura nel 2007. Autrice di oltre 50 romanzi, era nata in Iran nel 1919 e a 30 anni si era trasferita in Inghilterra. Tra i suoi romanzi pubblicati in Italia, Il taccuino d'oro, L'altra donna, Un matrimonio per bene, i primi due volumi della sua autobiografia, Sotto la pelle e Alfred e Emily. Nel 2001 ha vinto il premio Grinzane Cavour "Una vita per la letteratura". Ha scritto: “L’uomo ha capito e poi dimenticato che la sua mente, la sua carne, la sua vita e i suoi movimenti sono fatti della materia delle stelle, del sole, dei pianeti”. Maurizio Costanzo