MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

4 ottobre, Giornata degli animali: ecco quelli che vivono in condizioni estreme

Un millimetrico orsetto d’acqua ad esempio (il tardigrado) riesce a vivere 30 anni senza cibo, completamente disidratato, respirando gas tossici

Tardigrado, Turritopsis Dohrnii e l’Hydra Vulgaris

Tardigrado, Turritopsis Dohrnii e l’Hydra Vulgaris

Firenze, 4 ottobre 2024 – Oggi, 4 ottobre, si celebra la Giornata mondiale degli animali, istituita nel 1931 nel giorno di San Francesco d’Assisi, che predicava agli uccellini e convinceva il lupo di Gubbio a lasciare in pace le persone. Quando pensiamo agli animali ci vengono subito in mente quelli domestici, cani e gatti in testa. Eppure, anche se può sembrare incredibile, ne esistono alcuni che si sono guadagnati il titolo di ‘immortali’.

Uno di questi è il certamente tardigrado. Sono una sorta di orsetti d’acqua, ma minuscoli, invertebrati e con otto zampe. Ma la loro eccezionale particolarità è che sono indistruttibili. Per fare qualche esempio: possono sopravvivere anche 30 anni senza cibo, cinque senza acqua ma arrivano a trenta se il loro orologio biologico si blocca facendoli andare in uno stato dormiente. Sopravvivono dunque anche in uno stato di totale di disidratazione, che per gli altri essere viventi (uomo compreso) è pressocchè impossibile. Il freddo antartico gli è indifferente: sono stati congelati e sono sopravvissuti. Anche il calore non li tocca: riescono a sopravvivere anche se a la colonnina di mercurio arrivasse a segnare i 150 gradi. È stato sperimentano che reggono molti giorni i −200 °C, 20 ore i - 272 °C. Ma c’è di più: possono resistere anche alle pressioni più alte: anche se la loro statura varia da meno di 0,1 mm a 1,5 mm, la pressione di un fondale di un oceano non li schiaccia. E c’è di più ancora: non muoiono neppure se respirano gas tossici, e sopravviverebbero anche ad altissimo livelli di radiazione: un lampo di raggi gamma ad esempio. E non li sterminerebbe neppure l’impatto catastrofico della Terra con un asteroide o una supernova.

Un’altra specie ad essersi guadagnata il titolo di ‘immortale’ è quella dei Turritopsis Dohrnii. In pratica è una medusa che conserva il segreto dell’eterna giovinezza. Quando sono ferite o diventate adulte infatti, rinascono daccapo. Ebbene sì: portano le loro cellule a uno stato primordiale, ritornando a essere una massa senza forma. In tre giorni ridiventano polipi per poi trasformarsi in nuove meduse.

E poi c’è l’Hydra Vulgaris, un invertebrato acquatico lungo pochi millimetri, celebre per la sua capacità di rigenerare ogni parte del suo organismo. Il suo Dna potrebbe fornire una sorta di 'cassetta degli attrezzi' per la futura medicina rigenerativa. In lui si nasconde dunque la 'mappa dell'immortalita''. L'Hydra è da sempre considerata un organismo modello negli studi di biologia per la sua elevata capacità di rigenerazione, che la rende praticamente immortale. I ricercatori si sono concentrati sul modo in cui le cellule di questo invertebrato si differenziano. Sono così riusciti a individuare il segreto della lunga vita dell'animale: è basato su tre linee di cellule staminali capaci di riparare i danni rigenerando le cellule di ogni tessuto, comprese quelle di nervi e muscoli.