MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Giornata internazionale della lingua madre, perché si celebra il 21 febbraio

In un mondo globalizzato è richiesta ai ragazzi la conoscenza di lingue diverse, ma iI 77% dei giovani italiani è insoddisfatto del proprio livello di inglese: a rischio opportunità di lavoro e studio

Giornata internazionale della lingua madre (Foto Unesco)

Firenze, 21 febbraio 2024 – La lingua materna è quella che si apprende dai propri genitori fin dalla nascita. È la lingua dell’identità, della propria storia e delle proprie origini, quella dei ricordi e delle emozioni. Oggi, in una società globalizzata, l’educazione multilingue rappresenta un pilastro dell'educazione scolastica e non. La sfida è quella di valorizzare e mantenere viva la lingua madre, accrescendo al contempo, fin da piccoli, la varietà linguistica attraverso l’apprendimento di lingue diverse, senza trascurare la vivacità e la sopravvivenza dei dialetti regionali. Ed ecco che per celebrare nel mondo e promuovere il valore della madrelingua, la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo, è stata istituita la Giornata Internazionale della Lingua Madre, indetta dall'Unesco nel 1999.

Dal 2000 viene celebrata ogni anno ogni 21 febbraio e nel 2007 è stata riconosciuta dall'Onu. La data del 21 febbraio ricorda quanto avvenuto nel 1952, quando alcuni studenti dell’università di Dacca vennero uccisi da parte delle forze di polizia del Pakistan (che allora comprendeva anche il Bangladesh) mentre protestavano per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale. Se la lingua madre va valorizzata, il multilinguismo è sempre più richiesto ai ragazzi. Soprattutto per le nuove generazioni, la conoscenza dell’inglese è fondamentale per entrare nel mondo del lavoro. Eppure nonostante i numerosi anni di studio a scuola, ben 13, in moltissimi hanno difficoltà nel comunicare e lamentano lacune. Edusogno, startup di english e-learning, ha da poco svolto un'indagine rivolta alla propria community, su circa 85.000 membri con un’età media tra i 18 e i 35 anni. È emerso che ben il 77% dei giovani italiani è insoddisfatto del proprio livello di inglese, considerato indispensabile per la carriera universitaria o lavorativa, perciò intendono migliorarlo. I dati parlano chiaro: la maggioranza degli intervistati possiede un livello di inglese che si attesta tra il B1 e il B2, corrispondenti a una conoscenza intermedia, e circa un quarto un livello elementare (A1/A2). Il fatto che solo il 21% degli intervistati abbia dichiarato di avere un livello avanzato (C1) è in linea con quanto già emerso da studi recenti, che posizionano l’Italia al 26esimo posto in classifica su 34 Paesi europei per conoscenza dell’inglese. Ma perché i giovani italiani sono insoddisfatti del proprio livello d'inglese? Dall’analisi delle risposte è parso evidente che il sistema scolastico italiano ha un ruolo chiave: l’esperienza con l’inglese insegnato a scuola è stata valutata "sufficiente" solo dal 37% degli intervistati. Eppure siamo tra i Paesi europei dove lo studio dell'inglese è obbligatorio fin dalla scuola elementare. «Noi allora abbiamo ribaltato il paradigma di insegnamento tipico - spiega Domenico Campanaro, founder di Edusogno - spostando il focus dall'apprendimento scolastico di complesse regole grammaticali verso un approccio più pratico e incentrato sull'importanza della conversazione quotidiana, attraverso l'interazione con insegnanti madrelingua in classi da 2-3 persone». Il risultato? Degli studenti che hanno frequentato il percorso di Edusogno “C1 in 3 mesi”, il 94% è riuscito a conseguire la certificazione C1 Ielts. “Sicuramente questo risultato è il frutto dell’impegno e della motivazione personale degli studenti – ha concluso Campanaro – ma è stato decisivo anche un metodo di insegnamento non tradizionale come il nostro”.

Nasce oggi Tiziano Ferro nato il 21 febbraio del 1980 a Latina. Salito alla ribalta grazie a ‘Xdono’, singolo di debutto, e oggi tra i nomi di punta nell'olimpo della musica leggera italiana, compie 44 anni. Ha detto: “Le stelle, le stelle vere, per illuminare noi… bruciano se stesse.”