MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Giornata del Mar Mediterraneo, la denuncia: “Esaurito il pesce per il 2024, restano solo le importazioni”

Sos naselli, sardine, gamberi e triglie. Oggi è la giornata che vuole sensibilizzare sulla salute del Mare Nostrum, il secondo mare più sovrasfruttato al mondo e vittima dei cambiamenti climatici, ma solo il 9% è inserito in aree protette. E il Wwf alza l’allarme

Pescatori (foto di repertorio Ansa)

Pescatori (foto di repertorio Ansa)

Firenze, 8 luglio 2024 – Oggi, 8 luglio, si celebra la Giornata internazionale del Mar Mediterraneo, dedicata alla salvaguardia degli ecosistemi marini e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla salute del Mare Nostrum ed i pericoli che lo minacciano. Nonostante occupi solo l’1% della superficie degli oceani del pianeta, il Mediterraneo è un mare sorprendentemente vitale che ospita circa il 7% della fauna marina mondiale, con un gran numero di specie endemiche, circa il 30%. La ragione di questa sorprendente diversità si deve alla posizione del bacino del Mediterraneo, che collega altri sistemi: l’Oceano Atlantico a Ovest, il Mar Nero e anche il Mar Rosso a Est. Il profilo irregolare delle sue coste e dei suoi fondali, che arrivano fino a 5.000 metri nei punti più profondi, contribuiscono a rendere il contesto ancora più interessante. La brutta notizia è che, per il 2024, sono già finite le risorse ittiche del Mediterraneo: dal 5 luglio in poi iniziano le importazioni. Lo denuncia il Wwf in vista del "Fish Dependence Day", momento in cui l'Europa esaurisce virtualmente l'equivalente della produzione annua interna di pesce, molluschi e crostacei. Con il 58% degli stock ittici sovrapescati, il Mediterraneo è il secondo mare più sovrasfruttato al mondo (contro il 37,7% a livello globale), condizioni acuite in primo luogo col cambiamento climatico. "Se nei primi sei mesi avessimo consumato solo risorse dei nostri mari - spiega il Wwf - da luglio alla fine dell'anno queste non sarebbero più disponibili e l'Europa dovrebbe ricorrere alle importazioni per sostenere la crescente richiesta dei consumatori". La domanda europea, infatti, è troppo alta: ogni cittadino consuma in media 24 chili di pesce l'anno pro capite e gli italiani la superano con 31,21 chili. L'aumento della domanda, soprattutto nel periodo estivo, va ad alimentare una pesca eccessiva. Le specie più colpite dal sovrasfruttamento, ricorda il Wwf, sono nasello, sardina, i gamberi (viola e rosa) e la triglia di fango. Una situazione ulteriormente aggravata dalla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata che mette a rischio ecosistemi marini ed economie locali. Da qui il richiamo del Wwf sull'importanza di comportamenti di consumo responsabili. Azioni umane a cui si sommano gli effetti della crisi climatica che mette a rischio la metà della produzione mondiale di pesce. Il riscaldamento degli oceani potrebbe portare a un calo fino al 40% degli stock entro il 2100. Nel Mediterraneo, invece, sta causando la tropicalizzazione con quasi 126 specie aliene presenti; il che porta ad una riduzioni delle specie autoctone fino al 40% in alcune aree, per motivi di competizione o predazione. Tra gli altri effetti anche la proliferazione di meduse e la diminuzione della capacità di immagazzinamento della CO2 dovuta alla riduzione delle praterie di posidonia. Questo stesso mare, che ha nutrito le antiche civiltà dell’Europa Meridionale e del Nord Africa, si trova anche al centro di trasformazioni senza precedenti. La crescita della popolazione e i cambiamenti climatici in corso stanno modificando in modo sostanziale il Mediterraneo, alterando gli ecosistemi costieri, le specie marine che lo abitano e quelle che finiscono sulla nostra tavola. Purtroppo solo il 9% del Mediterraneo è inserito in aree protette e una percentuale molto inferiore è tutelata in modo efficace. Concentrarsi sulle attività di conservazione e tutela è quindi essenziale per la salute di questo mare e delle popolazioni costiere che beneficiano dei suoi servizi. Ma sono diversi i progetti di ricerca che stanno cercando di mitigare i danni di queste alterazioni, raccogliendo nuovi dati sulla biodiversità, oppure lavorando con azioni concrete di conservazione delle specie minacciate o di sensibilizzazione, volte a creare buone pratiche per la gestione delle coste.

Nasce oggi

Jean de La Fontaine nato l’8 luglio del 1621 a Chateau-Thierry. Si è posto come il continuatore di Esopo e Fedro, ha preso spunto dalle loro fiabe per scrivere celebri favole con protagoniste degli animali, tra le più celebri si ricordano ‘Il gallo e la volpe’, ‘Il gatto e la tigre’ e ‘Il corvo e la volpe’. Ha scritto: “Si reincontra spesso il proprio destino lungo le strade che si prendono per evitarlo.”