Firenze, 27 gennaio 2023 - La Giornata della Memoria, in cui si ricordano le vittime dell’Olocausto, si celebra il 27 gennaio di ogni anno. È stata riconosciuta da una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 1° novembre 2005. Proprio in questo giorno infatti, del 1945, le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. L’apertura dei cancelli della città polacca mostrò al mondo intero l’orrore del genocidio. Dieci giorni prima i nazisti si erano ritirati portando con loro, in una marcia della morte, i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante il tragitto. L’Italia ha introdotto questa ricorrenza cinque anni prima della risoluzione 60/7, con la legge n.211 del 20 luglio 2000. Il termine Olocausto deriva dal greco ‘holokaustòs’ che vuol dire “bruciato interamente”, e in origine indicava una forma di sacrificio prevista dal giudaismo. Dei sei milioni di ebrei uccisi, secondo l’Us Holocaust Memorial Museum, le SS uccisero solo ad Auschwitz circa 960mila ebrei, 74mila polacchi, 21mila rom, 15mila prigionieri di guerra sovietici e 10mila persone di altre nazionalità. Ma perchè alcuni usano il termine Olocausto e altri Shoah? Il termine “Olocausto” è composto da due parole greche e il suo significato suggerisce l’offerta di un sacrificio attraverso il fuoco. Il termine può erroneamente insinuare che le uccisioni di massa degli ebrei fossero una forma di martirio, piuttosto che il risultato di un genocidio. Per questa ragione, molti preferiscono usare la parola ebraica “Shoah” che significa “catastrofe”. Nasce oggi Giuseppe Prezzolini nato il 27 gennaio 1882 a Perugia. Scrittore, giornalista e aforista, è stato una delle figure di spicco del dibattito culturale del primo novecento. Ha scritto: “Non ci son ‘cose piccole’. Ci son soltanto ‘anime piccole’ ”.
Cronaca27 gennaio 2005, si celebra la Giornata della memoria. Per non dimenticare