ALBERTO CELATA
Cronaca

Il ricordo della Shoah. A Pitigliano trentamila visitatori per sinagoga e museo

"La Piccola Gerusalemme" tiene viva la cultura del popolo ebraico. E’ stato questo il luogo più visitato della Maremma in tutto il 2023. L’assessora Elmi: "Una comunità unica, votata alla conciliazione"

A Pitigliano vi è anche un percorso sotterraneo. Nel 2023 questo è stato il sistema museale più visitato in Maremma

Pitigliano (Grosseto), 25 gennaio 2024 – Anche quest’anno Pitigliano commemora il "Giorno della Memoria", che ricorre sabato 27. Ma a dire il vero l’associazione "Piccola Gerusalemme" tiene viva la cultura del popolo ebraico, e di conseguenza anche la memoria della Shoah, per 365 giorni all’anno. L’associazione è nata il 3 ottobre del 1996, di fatto un anno e mezzo dopo la riapertura della sinagoga (marzo 1995).

Un’attività culturale ma anche di cura e tutela del ricordo e questo grazie soprattutto alla figura carismatica di Elena Servi, presidente della Piccola Gerusalemme, associazione che conta ottanta iscritti, mentre gli ebrei attualmente residenti a Pitigliano sono tre. La sinagoga, in questi anni, è diventata un sito turistico molto apprezzato: nel 2023 i visitatori sono stati 27.700. Grazie a questo risultato il Museo di Cultura ebraica "La Piccola Gerusalemme di Pitigliano", secondo il rapporto Musei 2023 Regione Toscana, è stato il museo più visitato del Sistema Musei della Maremma. E nel 2022 il museo ebraico aveva fatto ancora meglio arrivando a un totale di 30.212 visite.

Ma la sinagoga è, fondamentalmente, un luogo di culto, dove vengono svolte funzioni religiose e matrimoni. E oltre a gestire il sistema museale e promuovere eventi, l’associazione "Piccola Gerusalemme" si occupa anche della tutela del cimitero israelitico locale, affiancando, in tale opera, il Comune. "Io credo che la sinagoga di Pitigliano rappresenti un unicum – afferma l’assessora al Turismo di Pitigliano, Claudia Elmi – come di unicità si deve parlare per la stessa comunità pitiglianese, che per secoli si contraddistinse per la sua capacità di conciliare la cultura cristiana cattolica, (maggioritaria), con quella ebraica (minoritaria). E questo nonostante che i Medici avessero imposto agli ebrei di vivere in un quartiere ben delineato del paese, ovvero il ghetto, dove sorge appunto la sinagoga". L’assessora Elmi fa altri due esempi per spiegare come queste due comunità (ebraica e cattolica), pur distinte siano state sempre unite e reciprocamente compenetranti.

"Il dolce natalizio, e quindi proprio della cultura cristiana, per eccellenza di Pitigliano è lo ‘sfratto’, che tradizione vuole che sia legato ad avvenimenti inerenti agli ebrei. Inoltre le posso dire che tra i ‘Giusti tra le Nazioni’, ovvero tutti i non ebrei che, a rischio della propria vita, hanno salvato gli ebrei dalla Shoah, ci sono anche alcuni pitiglianesi, i cui discendenti vivono ancora nella nostra piccola comunità".