BARBARA BERTI
Cronaca

Riconversione green, il piano degli operai dell'ex Gkn

Ex Gkn, il Collettivo di fabbrica con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa presenta un progetto alternativo di reindustrializzazione

Una manifestazione degli operai della ex Gkn di Campi Bisenzio

Una manifestazione degli operai della ex Gkn di Campi Bisenzio

 

 

Firenze, 12 marzo 2022 - «Lo stabilimento Gkn Firenze è un monumento di resistenza operaia ma oggi è anche un monumento di viltà della politica industriale. Saremmo potuti ripartire come fabbrica dell’automotive se lo Stato fosse intervenuto su Stellantis o ci avesse riconvertito in un polo pubblico della mobilità sostenibile". Così Dario Salvetti, delegato Rsu ex Gkn. Ora l’azienda di di Campi è diventata Qf Spa dell’imprenditore Francesco Borgomeo che l’ha rilevata dalla vecchia Gkn Driveline Firenze per reindustrializzarla: la parte principale della futura produzione dovrebbe essere quella relativa ai macchinari per l’industria farmaceutica, assieme ad altre linee e produzioni. Entro la fine di marzo, come stabilito dall’accordo-quadro sottoscritto al Mise, l’attuale proprietà presenterà il piano "ma questo territorio e il Collettivo di Fabbrica non attenderanno passivamente l’esito della reindustrializzazione".

E, infatti, ieri mattina, i lavoratori hanno presentato il loro piano di riconversione dello stabilimento, elaborato dal Collettivo di Fabbrica in collaborazione con una rete di economisti della Scuola Superiore Sant’Anna e di ricercatori di altre università. Un piano che prevede tre scenari: componenti meccanici (non solo semiassi, prodotto storico dello stabilimento) per il trasporto pubblico locale verde, componentistica per la filiera dell’idrogeno verde e /o di impianti fotovoltaici e, infine, sistemi di robotica collaborativa e sensoristica. I vari scenari sono contraddistinti dal ruolo di Invitalia come garante dell’interesse pubblico e da quello del centro di competenza Artes 4.0 come soggetto interlocutore per favorire la formazione della forza lavoro, il trasferimento tecnologico e l’adozione di macchinari e tecnologie 4.0.

«Il piano innescherebbe una trasformazione del tessuto produttivo toscano – spiega Andrea Roventini, docente di Economia alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – costruendo filiere produttive nei settori chiave delle energie rinnovabili e della mobilità pubblica sostenibile, in linea con gli obiettivi e i fondi del Pnrr". Artes (la cui sede è a Pontedera) giocherebbe a sua volta un ruolo chiave "anche nella costituzione, all’interno del sito campigiano, di un distretto della conoscenza che veda lo sviluppo di una relazione virtuosa e non subalterna tra fabbrica e università" dice Lorenzo Cresti, dottorando di ricerca al Sant’Anna. Il documento delle tute blu prevede, poi, un ulteriore livello da integrare: la costituzione di una relazione fabbrica-università, ossia un polo di formazione – che potrebbe avere sede nella palazzina Nord dello stabilimento – che sia volto a incubare e sviluppare nuove competenze.