ANGELA BALDI
Cronaca

Gli rubano le foto e chiedono il riscatto in bit coins

E’ accaduto al fotografo del nostro giornale Alessandro Falsetti, che dopo aver inavvertitamente aperto un messaggio su Messenger, si è visto sottrarre l’intero archivio fotografico dal proprio computer

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Arezzo, 5 agosto 2024 – Gli rubano le foto e chiedono il riscatto in bit coins. E’ accaduto al fotografo del nostro giornale Alessandro Falsetti, che dopo aver inavvertitamente aperto un messaggio su Messenger, si è visto sottrarre l’intero archivio fotografico dal proprio computer. Un attacco informatico che ha mirato a colpire il fotografo proprio nel frutto del suo lavoro. Dentro l’archivio infatti c’erano migliaia e migliaia di foto e scatti catalogati negli anni. Ma l’hacker era disposto a restituire il maltolto, dietro il pagamento di un riscatto in moneta virtuale. La cifra per riavere indietro l’archivio si aggirava tra mille e cinquemila dollari in bit coins infatti. I malviventi erano disposti anche a fare lo sconto se il pagamento fosse avvenuto in tre giorni, proprio come avviene con le multe. Mille dollari entro 72 ore o 5mila dopo 5giorni per riavere l’intero catalogo di foto. Un bel danno per chi con quel materiale ci lavora ogni giorno e che ha impiegato anni per realizzare il proprio archivio da cui ogni giorno anche La Nazione attinge per i suoi servizi. “Per fortuna grazie all’abilità di un addetto informatico a cui mi sono subito rivolto – spiega Alessandro Falsetti – ho ritrovato nel computer gran parte delle foto che componevano il mio archivio, ma la paura è stata tanta. Dentro il lavoro di anni, e le foto di matrimoni e comunioni. Qualche giorno fa è apparso sul mio computer un falso messaggio di Messenger, un pop up che forse ho cliccato involontariamente. Questo ha installato un virus aggressivo che dava un countdown. Sul momento ho pensato a una delle solite pubblicità, invece alla scadenza del conto alla rovescia questo virus ha iniziato a criptare tutte le foto che avevo nel computer”. Un modus operandi che spesso viene riservato anche alle grandi aziende. “Il virus chiedeva soldi sulla schermata del computer – prosegue il fotografo – proprio in video appariva un messaggio di conto alla rovescia scaduto”. Il ricatto è semplice: mille dollari entro 3 giorni e 5mila entro 5. “Stavano criptando tutto e non ritrovavo più nulla, né foto né documenti di office, creando un danno incredibile, avevo in archivio matrimoni e comunioni – spiega Falsetti - fortunatamente un amico programmatore mi ha consigliato di spengere subito il pc e andare da un tecnico. Per salvare il salvabile ho dovuto resettare il computer qualcosa è andato perso ma per fortuna ho copie varie soprattutto delle cerimonie. Ho perso però tutte le foto di Mattarella ad Arezzo, restano solo quelle inviate al giornale. Io non apro mai messaggi che non conosco ma basta un errore di click, non chiudere perfettamente sulla x a far partire il virus. L’unica soluzione tenere sempre aggiornati anti virus e sistemi operativi e fare subito copie in hard disk esterni. Anche cascare nel ricatto dei soldi non serve perché chi ha pagato spesso non ha riavuto nulla”. Una pratica quella dell’hackeraggio al fine di sottrarre foto o dati sensibili diffusa. Succede anche con i profili social, in particolare a quelli di influencer da svariati followers che si vedono sparire i seguaci e gli accessi ai propri Instagram. Ma è capitato anche che qualcuno si sia visto sottrarre il cellulare e abbia ricevuto una richiesta di riscatto per riaverlo. Spesso a mettere a segno i colpi sono i micidiali ransomware, ovvero quelle istruzioni maligne che criptano i dati dei malcapitati, e chiedono per consentire di decifrare il patrimonio informativo diventato inaccessibile. Studi affermano poi che soltanto il 50 per cento di chi ha pagato la somma pretesa ha poi davvero ottenuto le “chiavi” per liberare i propri dati dal funesto incantesimo. Meglio allora affidarsi a un buon tecnico informatico e prevenire il danno con copie di sicurezza e back-up.