Firenze, 2 agosto 2023 - “L’Ue sostenga le aziende ittiche e combatta l'invasione del granchio blu”. Lo chiede in un'interrogazione urgente alla Commissione Ue l'europarlamentare Susanna Ceccardi (Lega/Id), dopo l'allarme lanciato da associazioni e cooperative di pescatori. Il crostaceo, originario della sponda occidentale dell'Oceano Atlantico, ha invaso il nord Adriatico e ora sta infestando la costa tirrenica facendo registrare un aumento esponenziale della propria presenza. “In Toscana, nella laguna di Orbetello (Grosseto) è già a rischio la produzione di spigole. Anche a Vada (Livorno) e a Marina di Pisa è già scattato l'allarme. È necessario che l'Unione Europea stanzi urgentemente risorse economiche a favore dei pescatori danneggiati da questa specie aliena invasiva”, sottolinea l’europarlamentare. Che aggiunge: “Il granchio blu sta incidendo pesantemente sull'habitat naturale e sull'attività di pesca, dato che le sue prede preferite sono gli avallotti, i pesci appena nati. Questa presenza così diffusa pone seri problemi alle aziende del settore ittico, tra cui la commercializzazione e il loro smaltimento, data la quantità troppo elevata di granchio pescato”.
“Gli attacchi all'ittiofauna locale vanificano gli investimenti nella semina, con una diminuzione del pescato che incide sull'offerta nel mercato prevista per i prossimi anni”, aggiunge Ceccardi, che “chiede di quantificare il sostegno finanziario alle aziende del settore per far fronte a questa emergenza e di indicare come l'Ue intenda arginare gli effetti di questo predatore alieno sulla biomassa delle specie autoctone nelle acque comunitarie.
Basti pensare che ammontano a 100 mila euro al giorno i costi per smaltire i granchi blu catturati dai pescatori per mettere in salvo le loro produzioni. A pagarlo sono gli operatori ittici di Toscana ma anche di Emilia Romagna e Veneto per tentare di debellare questi ‘cinghiali di mare’ da stagni e lagune. Accade a Orbetello, il fronte caldo di questa emergenza destinata ad allargarsi. A stimarlo è Fedagripesca-Confcooperative che parla di un vero e proprio salasso per le imprese di pesca che in questa maniera vengono danneggiate due volte.
Sono ancora una volta i cambiamenti climatici a farci pagare il conto. Stavolta, siamo in presenza di una invasione di specie aliene, provenienti da altre latitudini, che soppiantano le specie autoctone e alterano profondamente un delicato equilibrio. "E' quello che sta accadendo quest'anno con l'emergenza del granchio blu, il Callinectes sapidus, che ha un pesante impatto ecologico, per la riduzione della biodiversità, ed economico, per i danni alla pesca in particolare", spiega Ernesto Azzurro, dirigente di ricerca all'Istituto per le Risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Irbim-Cnr) di Ancona, particolarmente esperto di pesci alieni. Un fenomeno che si prevede in ascesa. "Il nostro istituto - riferisce Azzurro - lavora su modelli in cui si proietta la futura distribuzione di queste specie ittiche invasive rispetto ai diversi scenari di cambiamento climatico. Quello che osserviamo è una progressiva espansione del fenomeno. Queste specie amplieranno la loro presenza nel Mediterraneo per l'aumento delle temperature, ma anche della salinità".