REDAZIONE CRONACA

Green pass obbligatorio, il governo ci pensa. Ristoratori sul piede di guerra

Il modello Macron spinge la campagna vaccinale, con oltre 2 milioni di prenotazioni. In Italia il confronto è aperto. Centrodestra contrario. I ministri Brunetta e Bonetti favorevoli

Green pass Covid (foto Imagoeconomica)

Roma, 14 luglio 2021 – Green pass obbligatorio per entrare su mezzi di trasporto, stadi, ristoranti. E' il modello Macron, che divide l'Italia. Fonti governative fanno sapere che l'uso allargato del certificazione verde, già utilizzata in Italia in alcuni ambiti, come matrimoni, Rsa, stadi, grandi eventi «sarà oggetto di discussione e valutazione nei prossimi giorni». Un modo anche per spingere la popolazione a vaccinarsi. Dopo l'annuncio di Macron, circa due milioni di francesi si sono già prenotati per il vaccino anti Covid.

Intanto, la politica e gli imprenditori si dividono, tra favorevoli e contrari. Netta la contrarietà di Lega e Fratelli d'Italia ("Non scherziamo", ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, "Idea raggelante", secondo Giorgia Meloni), favorevoli ma con diverse sfumature M5s, Pd e Forza Italia.

Il ministro Brunetta “Sono favorevole all'estensione dell'uso del green pass per il ritorno alla normalità di tutte le attività, in particolare per garantire le esigenze di socializzazione nella scuola, sui luoghi di lavoro e nelle occasioni ludiche e di svago. Non si possono invocare riaperture indiscriminate senza un richiamo alla responsabilità individuale che riverbera sulla salute collettiva», è il commento del ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta.

Il ministro Bonetti Favorevole al modello Macron la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti. “Mi sembra che sia una proposta molto interessante, ha detto. “E' una soluzione, tra le soluzioni, che sicuramente ha l'effetto benefico di aumentare la partecipazione alla campagna di vaccinazione. Bene che oggi l'Italia si trovi in una situazione migliore della Francia che aveva meno partecipazione della popolazione alla campagna di vaccinazione e quindi questa misura si è resa necessaria. Il Governo ora farà tutte le valutazioni del caso sulla base di dati e previsioni. Mi sembra che l'indirizzo della Francia sia una proposta molto interessante». Lo ha detto la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti sul green pass adottato dalla Francia durante un'intervista a «Studio 24» su Rainews24.

I sottosegretari alla Salute Sileri e Costa, favorevoli, ma frenano sui ristoranti Quella della Francia “è sicuramente una scelta giusta. Dovremmo farlo anche in Italia. Io a Speranza l'ho detto tante volte”. E' quanto ha dichiarato sul Messaggero il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Fare subito come ha fatto la Francia, applicando “sul serio” il green pass, e niente quarantena per chi ha ricevuto due dosi: “anche questo sarebbe un incentivo a vaccinarsi”. “Pensiamo alle discoteche - afferma -, se concedessimo ai locali di aprire per i clienti con il green pass, avremmo la corsa di chi ha tra i 18 e i 40 anni a vaccinarsi”. Anche se «da noi non ha senso nei ristoranti, salvo che i nostri contagi non dovessero raggiungere numeri simili a quelli britannici”, semmai "può essere un'arma per mantenerli aperti qualora vi fosse un forte incremento dei casi”. Secondo Sileri “il green pass è un mezzo per non tornare indietro quanto i contagi saranno più elevati”.

Secondo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, il green pass obbligatorio per ristoranti e bar è “eccessivo, anche perché si introdurrebbe un elemento economico: pensiamo alla famiglia che va a mangiare una pizza e li costringiamo a pagarsi il tampone. Io credo che su questo sarei cauto". “Pensare di renderlo obbligatorio per la ristorazione – aggiunge – è prematuro. Poi se un ristoratore liberamente fa entrare solo i clienti vaccinati con il green pass è un altro discorso. Veicoliamo il messaggio che è importante vaccinarsi e noi siamo più avanti rispetto alla Francia. Abbiamo vaccinato il 43% della popolazione e loro il 36%”.

I virologi La soluzione Macron in Italia “mi piacerebbe” perché “il green pass rappresenta la possibilità di continuare a lavorare, vivere e divertirsi mantenendo attenzione”. Così Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano e membro del Cts nella regione Lombardia, durante la trasmissione Agorà su Rai 3. “Tuttavia, ha aggiunto Pregliasco, “vedendo i dati, la necessità è quella di concedere il green pass a chi ha ricevuto una doppia dose”.

Secondo il virologo Francesco Menichetti, primario di malattie Infettive all'ospedale di Pisa, il green pass obbligatorio “è una scelta sensata, rispettosa ed equilibrata”. "E' evidente che, se uno crea una sorta di privilegio per i vaccinati, qualcosa si raccoglie" in termini di adesione alla vaccinazione.

I ristoratori Proteste si levano invece dal mondo della ristorazione. Tni Italia, associazione che è nata a marzo 2020 a Firenze, con il nome di Ristoratori Toscana, annuncia una manifestazione contro il green pass. “Basta far ricadere di nuovo le incapacità del governo sui ristoratori con misure che riteniamo incostituzionali. Chi dovrebbe controllare la certificazione verde dei nostri clienti? Il nostro personale? A quale titolo? E se il green pass fosse un falso, come ne girano tanti già sul mercato nero che si sta andando così ad alimentare, di chi è la responsabilità?. Non ci stiamo a queste condizioni”, afferma Raffaele Madeo, portavoce di Tni Italia. “Continuiamo con il piano vaccinale, sensibilizziamo alla vaccinazione, fondamentale per mettere in sicurezza le persone più a rischio, ma al green pass rispondiamo 'tamponi per tutti e gratuiti', rispettando la libertà di scelta e di movimento di tutti i cittadini”, aggiunge Madeo. "La campagna vaccinale va sostenuta, incoraggiata e, possibilmente, velocizzata. Questa è la nostra migliore arma per un ritorno alla stabilità delle nostre vite. Quello che tuttavia non è accettabile è che, per raggiungere l'immunità di gregge, si finisca per penalizzare sempre le solite categorie. I pubblici esercizi hanno pagato più di ogni altro settore nei 16 mesi della pandemia, sia in termini di perdita di fatturati che in termini di posti di lavoro". Questa la posizione di Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, sottolineando come "andare ancora una volta a pesare sulle nostre attività significa compromettere la ripartenza e allontanare le migliaia di professionisti che stavano tornando pian piano ad avere fiducia e a mettere le loro competenze a disposizione dei locali”. "Se, invece – conclude - l'obiettivo è sensibilizzare i giovani sull'importanza delle vaccinazioni, facciamolo insieme. Come Fipe-Confcommercio siamo disposti a collaborare con il governo per una campagna di comunicazione capillare a ogni tavolo e a ogni bancone. Ma basta provvedimenti punitivi sempre contro i soliti settori''.

Per Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet Confesercenti, è una soluzione non necessaria. “In Italia i dati delle ospedalizzazioni sono meno preoccupanti di quelli francesi. Dalla nostra parte, inoltre, c'è anche il clima: d'estate bar e ristoranti italiani lavorano principalmente all'aperto, in modo più sicuro per tutti. Quindi basta continuare a rispettare le regole di contenimento che già ci sono”.