Arezzo, 19 ottobre 2021 - Ci sono almeno due - se non tre - magistrati in servizio al tribunale di Arezzo senza Green pass e sicuramente due tra loro, entrambi pubblici ministeri, ieri non si sarebbero presentati in ufficio dopo aver preso – secondo quanto si apprende – un giorno di ferie in occasione del 15 ottobre, il venerdì della rivoluzione verde nei luoghi di lavoro pubblici e privati.
Una problematica destinata ad esplodere nei prossimi giorni se, le toghe in questione (il terzo presta servizio alla sezione civile), non presenteranno la carta verde, anche ovviamente frutto di tamponi antigenici o molecolari, per tornare al lavoro senza provocare disservizio alla già farraginosa macchina della giustizia che ora si trova a sopperire a turni di urgenza e presenza ai processi.
Al momento non c’è nulla di ufficiale ma il particolare è emerso ieri mattina nel corso di una visita formale dei capi degli uffici giudiziari, Csm in testa, al tribunale di Arezzo.
Il vicepresidente del Csm, David Ermini, il consigliere Michele Ciambellini, il presidente della Corte d’appello, Alessandro Nencini e il procuratore generale, Marcello Viola sono stati accolti dal presidente del tribunale, Valentino Pezzuti e dal procuratore capo Roberto Rossi e, insieme, hanno affrontato alcune tematiche relative al personale mancante, all’avvio dell’Ufficio del processo per lo smaltimento dell’arretrato ma anche il nodo toghe ’no pass’. Sarebbe al momento - ma verifiche sono in corso – l’unico caso nel Distretto di Corte d’appello di Firenze.
Il Decreto legge approvato dal Governo che rende obbligatoria il Green pass prevede che il lavoratore, pubblico o privato, è considerato assente ingiustificato, senza diritto allo stipendio, fino alla presentazione del green pass. Nel caso di aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili una sola volta.
Vengono poi applicate anche le sanzioni disciplinari eventualmente previste dai contratti collettivi di settore, riportano le Faq. Eppure c’è da capire come si comporteranno i capi degli Uffici giudiziari anche perché – salvo per turni e presenze nelle aule di udienza – le toghe non timbrano il cartellino e quindi non hanno un obbligo orario di presenza ma a pochi, ieri, è sfuggita l’assenza dei magistrati al confronto pubblico con avvocati e vertici della magistratura.
«Il Consiglio superiore della magistrato si muove secondo le linee guida emerse per tutti gli appartenenti alla pubblica amministrazione – ha spiegato il vicepresidente Ermini, rispondendo a ’La Nazione’ sullo scottante tema Green pass –. Il problema dei magistrati è né più, né meno quello di tutti i dipendenti pubblici. Ma il compito di iniziare il procedimento disciplinare spetta al procuratore generale e al Ministro".