CATERINA CECCUTI
Cronaca

“Guarda come una donna”: presentato alla Regione il libro di Emerita Cretella e Michela Nacca

All’evento, che si è svolto nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, l’amministratore delegato di Armando Editore Andrea Jacometti ha annunciato la nascita della collana “Voci di donne” per indagare il mondo femminile in tutte le sue sfaccettature

Un momento della presentazione

Un momento della presentazione

Firenze, 23 ottobre 2024 – Presentato ieri pomeriggio nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati il volume “Guarda come una donna. Storia nelle storie” (Armando Editore). Ad introdurre l’incontro è stata Serena Spinelli, mentre gli interventi sono stati quelli delle curatrici e autrici Emerita Cretella e Michela Nacca. Il primo a prendere parola per portare il saluto della casa editrice è stato Andrea Jacometti, amministratore delegato di Armando Editore: “Quest’anno ricorrono i 75 anni della fondazione della nostra casa editrice – sono state le sue parole -. Nata nel 1949, la Armando Editore ha sempre trattato con interesse il mondo delle donne e, in questo contesto, il libro presentato oggi ha una forte rilevanza. L’occasione è per me importante anche per annunciare pubblicamente la nascita di una collana, “Voci di Donne”, curata dalle Dottoresse Cretella e Nacca, in cui inseriremo tutto ciò che riguarda il mondo delle donne. Non solo denuncia, quindi, ma anche romanzi, racconti, focus sulle figure femminili nello sport e nel mondo del lavoro. “Voci di donne” sarà un grande contenitore grazie al quale entrare in confidenza con i diversi aspetti del mondo delle donne." Ad intervenire sono state anche le coautrici Rita Coruzzi e Isabella Mancini. “Guarda come una donna è un libro che parte da uno sguardo – è stato il commento di Elisabetta Vagaggini -, ossia qualcosa che a volte viene negato, a volte viene demonizzato - penso per esempio al periodo della caccia alle streghe -, altre volte viene additato come peccaminoso, demoniaco, lontano dall’immagine dell'angelo del focolare. Quello che interessa a noi, però, è lo sguardo che le donne rivolgono al futuro, oltre la barriera di stereotipi e reminiscenze culturali che devono essere abbattuti e superati.” "Lo sguardo dell’antropologo non è superficiale - ha spiegato Emerita Cretella, che è appunto antropologa -, non si ferma cioè alla prima impressione; non giudica ma rispetta le diversità. Perché la diversità non deve essere colpevolizzata o dominata, ma rappresenta piuttosto qualcosa da cui trarre insegnamento. Noi donne riusciamo veramente a guardare il mondo con uno sguardo tutto nostro? C’è chi ha parlato di violenza sottile, quel tipo di violenza che difficilmente rende consapevoli coloro che la subiscono, e le donne sono influenzate nel profondo dalla cultura, dalla religione, da quell'idea di democrazia che arriva dalla Grecia, dall’epoca in cui furono cacciati gli oligarchi da Atene. Ma quella stessa democrazia, che sta alla base di tutto l’occidente, vedeva escluse le donne, i bambini e gli schiavi, secondo un’ottica – quindi – di non inclusività. La prima ingiustizia politica è la discriminazione delle donne- conclude l’autrice -, le altre vengono di conseguenza. Se riuscissimo a risolvere questo problema, riusciremmo a risolvere anche gli altri."