Firenze, 10 marzo 2022 - “Sono sotto shock, arrabbiata per la situazione ed estremamente triste per tutto il dolore che la mia nazione sta attraversando. Il mio cuore è straziato e la mia mente si interroga su cosa fare e come aiutare. Ora sto viaggiando verso il confine dell'Ucraina, cercando di aiutare mia madre e mia nonna ad attraversarlo e raggiungere un posto sicuro”. A parlare è l’artista ucraina Kseniya Oudenot.
“Mia nonna compie 98 anni fra qualche giorno – spiega Kseniya - quindi il loro viaggio è stato davvero difficile ma le persone e le organizzazioni umanitarie le hanno aiutate a farcela”. Il messaggio dell'artista ucraina Kseniya Oudenot, è stato raccolto da un'iniziativa di Florence Biennale che ha deciso di dare l'opportunità agli artisti ucraini presenti nell'ultima edizione della mostra (c'è stata nell'ottobre 2021) di potersi esprimere in prima persona. «Credo - ha aggiunto Kseniya Oudenot - che in tempi così disperati l'intervento sul campo sia quello che conta di più. Ma anche l'arte ha ovviamente la sua importanza, poiché ha il potere di guarire, riflettere e registrare questi eventi affinché le generazioni future possano vedere e imparare dalla nostra esperienza». Sono momenti terribili per la popolazione ucraina, in fuga dal proprio Paese sotto attacco dei bombardamenti, che stanno lasciando case e patria per scampare alla guerra e avere salva la vita una volta giunti nei Paesi che, come l’Italia, li stano accogliendo. Un'altra artista, Natalia Marchuk, ha confessato che “questa situazione ha capovolto il mio mondo. Sono piuttosto sopraffatta, contrariata, non riesco a dormire e sono stanca ma cerco di farmi forza e soprattutto sono davvero arrabbiata”.
“Il primo giorno di guerra – ha dichiarato Natalia - ho avuto un attacco di panico in piena notte. È stata la prima volta in tutta la mia vita che ho avuto un attacco di panico, l'intera nottata mi è sembrata surreale. I miei amici a Kiev – ha concluso l’artista - mi mandavano messaggi dicendomi che erano stati svegliati dalle bombe”. Sconcerto, incredulità, paura, sono i sentimenti che di più in questo momento attraversano l’anima e la mente di queste donne. Ancora un’altra testimonianza, questa volta dell'artista Aleksandr Vishnevetskiy che ha detto di non «riuscire a credere che le truppe russe siano arrivate con una missione di guerra e stiano distruggendo la città che i loro padri e nonni hanno ricostruito dopo la Seconda guerra mondiale».
Maurizio Costanzo