Firenze, 22 maggio 2020 - E’ stato costretto a vendere l’attività del suo negozio di ottica più redditizio, quello in via Por Santa Maria, a due passi da piazza della Signora a Firenze, per pagare gli affitti degli altri negozi e i salari al personale. Bruno Guidoreni, il papà del piccolo impero di lenti che porta il suo nome con botteghe anche a Bologna, Reggio Emilia, Parma e Venezia, perde così un tassello della sua storia.
"Sta crollando tutto, non abbiamo più risparmi e lo Stato, fino a questo momento, non ci ha aiutati in nessun modo. Per saldare gli stipendi a tutti i nostri dipendenti e metterci in regola con il canone di locazione, abbiamo venduto il negozio in via Por Santa Maria, quello più richiesto. Ma senza aiuti, saremo costretti a chiudere anche gli altri" allarga le braccia Bruno.
Una storia quella della famiglia Guidoreni che ebbe inizio nel 1965 quando Bruno insieme alla moglie Felicia, che si erano conosciuti durante gli studi a Firenze, aprirono il primo punto vendita in provincia di Napoli. Nel 1979 Mister Guidoreni con il figlio Vincenzo si trasferirono a Firenze e aprirono l’Ottica di via de’ Cerretani. Il negozio ebbe subito successo tanto che anche la moglie Felicia con gli altri due figli, Bernardino e Rosa, li seguirono. Nel 1983 insieme inaugurarono il loro più prestigioso negozio in piazza San Giovanni, all’ombra del Cupolone, "da qui guardavamo divertiti le espressioni dei turisti che vedevano per la prima volta il Battistero" dice Rosa.
Oggi la famiglia ha dieci attività tra Bologna, Firenze, Parma, Reggio Emilia e Venezia e il sogno di poter tramandare il piccolo regno alla terza generazione, ai nipoti di Bruno. "Gli ultimi tre anni – prosegue Rosa – sono stati duri, la situazione è iniziata a cambiare e anche Firenze è stata colpita dalla crisi. Poi, i due mesi di chiusura imposti dal lockdown sono stati il colpo di grazia: ci siamo ritrovati senza incassi e con le spese che continuavano a correre. Dalla settimana scorsa abbiamo riaperto i locali ma non battiamo più di due scontrini al giorno, in queste condizioni andremo avanti ancora per poco".
Il problema principale riguarda gli affitti, dai 10mila ai 15mila euro per ogni attività, ma anche il costo del personale, tra l’altro, sottolineano, "tanti dipendenti non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione", e la mancanza di clientela. "L’unico aiuto che abbiamo avuto riguarda il pagamento del canone di locazione che ci verrebbe rimborsato in un secondo momento del 60 per cento. Questo ora come ora serve a poco, ci ritroviamo senza liquidità. Il Comune di Firenze dovrebbe aiutarci – conclude Rosa – abolendo la zona traffico limitata almeno in questo periodo di emergenza e potenziando il trasporto pubblico e le convenzioni con i parcheggi in modo da abbattere il costo del ticket. Prima del 2021 gli stranieri non torneranno, bisogna fare qualcosa prima che sia troppo tardi". © RIPRODUZIONE RISERVATA