CATERINA CECCUTI
Cronaca

I cenacoli delle Giubbe Rosse: gli Amici del Foulard raccontano la storia del noto caffé

Ieri sera, alla Biblioteca Spadolini di Pian dei Giullari, il professor Cosimo Ceccuti ha tenuto una relazione dedicata a “I luoghi della cultura a Firenze: I cenacoli alle Giubbe Rosse”: “Il caffè letterario ha accompagnato dalla fine dell’Ottocento al secondo dopoguerra la crescita culturale e civile di Firenze”

Cosimo Ceccuti e Maria Paola Alberti

Cosimo Ceccuti e Maria Paola Alberti

Firenze, 13 novembre 2024 – “I luoghi della cultura a Firenze: I cenacoli alle Giubbe Rosse”, questo il titolo della relazione che il Prof. Cosimo Ceccuti ha tenuto ieri sera nella sede della Biblioteca della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, a Pian dei Giullari. Ad organizzare l’incontro è stata l’Associazione culturale Amici del Foulard, capitanata dalla presidente Maria Paola Alberti, che ha aperto l’incontro ricordando come alcuni artisti futuristi, tra cui Depero e Capogrossi che frequentavano il noto caffè storico fiorentino, avessero anche disegnato dei foulard. “Le Giubbe Rosse – sono state le parole di Ceccuti - hanno accompagnato l’evoluzione culturale e civile della nostra Firenze, dalla fine dell’800 al secondo dopoguerra, attraverso stagioni contrassegnate da movimenti artistici e culturali di assoluta avanguardia. Possiamo partire da "Leonardo" dei giovanissimi Papini e Prezzolini, per proseguire con "La Voce" dello stesso Prezzolini, il periodico di più alta qualità che il nostro Paese abbia avuto nell’intero arco del secolo. Ci sono poi gli esponenti del movimento futurista che si raccolgono nelle pagine di "Lacerba", concepito e nato ai tavoli dello storico locale, per proseguire nel primo dopoguerra con il movimento di “Strapaese” di Ottone Rosai. Anche negli anni oscuri del Fascismo le Giubbe Rosse accolgono i grandi intellettuali che non rinunciano alla libertà del pensiero: è il momento delle grandi riviste di Alessandro Bonsanti, "Solaria" e "Letteratura" negli anni ’30, seguite dall’esperienza di "Campo di Marte" di Elio Vittorini. Spiccano i nomi degli “ermetici” Ungaretti e Montale, fino a Mario Luzi che ebbero, come ha scritto Carlo Bo, la “letteratura come vita". Il valore storico ed attuale delle Giubbe Rosse non è quindi legato ad un particolare momento ma è il simbolo dell’anima della nostra città.”