Arezzo, 15 marzo 2025 – I luoghi “resistenti” del festival simboli di una comunità: cinema Italia e Berrettarossa di Soci e Cifa di Bibbiena
A fare da sfondo agli eventi del Festival del Libro non potevano che esserci i luoghi più rappresentativi del Comune di Bibbiena e della comunità stessa, luoghi “resistenti”, al tempo e alle vicissitudini della nostra epoca.
Primo tra tutti è il CIFA (Centro Italiano della Fotografia d’Autore) di Bibbiena che ha ospitato la stragrande maggioranza degli incontri in programma. Il complesso è un ex-carcere ristrutturato che accoglie vari generi di manifestazioni facendo sì che le persone si sentano a stretto contatto con l’autore grazie a un’atmosfera intima, quasi familiare data soprattutto dal fatto che ci si trovi immersi tra gli innumerevoli volumi in esposizione.
Immancabili altri due luoghi simbolo del Comune di Bibbiena: la Sala delle Bandiere e la Biblioteca Comunale di Bibbiena, le quali hanno rispettivamente fatto da cornice a presentazioni ed eventi di molti volti noti nel panorama letterario italiano e alla mostra di fumetti in programma per stasera, sabato 15 marzo.
Non è da meno lo storico Cinema Italia di Soci, l’unica sala del Casentino, questo rappresenta la resistenza dei piccoli cinema indipendenti di fronte all’avvento delle multisale. Sicuramente è stato più fortunato dei suoi confratelli in vallata, ma la strada che lo ha portato alla salvezza è stata tutt’altro che semplice.
Sì, perché dopo la minaccia di chiusura e grazie a un nuovo progetto di vita, può continuare l’attività ormai secolare alla quale tutti i casentinesi sono legati da autentico affetto.
E’ infatti dal 1911 che la passione nata nel nonno di Marinella Pieri, prosegue oggi ancora più forte in uno scenario diverso, ma di grande stimolo.
Sarà quindi questa la location che accoglierà il noto autore Pablo Trincia in data 16 marzo per la presentazione del suo nuovo libro “Come nascono le storie”.
Come per il Cinema Italia, la popolazione ha instaurato un certo legame con l’Auditorium Berretta Rossa di Soci, reso disponibile anch’esso per lo svolgimento del Festival.
Si tratta di una ex-chiesa romanica che per secoli ha celato sotto strati e strati di terra monete e medaglie risalenti al 1200; sconsacrata nel 1951, successivamente negli anni 2000 viene acquistata e restaurata dalla Pro Loco di Soci. Da allora diviene sede di eventi culturali e sociali legati al territorio tra cui appunto il Festival del Libro.
La vecchia chiesa di Soci, dedicata s.Nicola, fu sottoposta a molte ristrutturazioni fino al 1951, anno della sua sconsacrazione. Prima della sua acquisizione da parte della Pro-loco locale che l'ha infine trasformata in un centro polifunzionale pubblico, fu sede di scavi condotti dal Gruppo Archeologico Casentinese in collaborazione con la Soprintendenza archeologica fiorentina.
Si sono così documentate le fasi costruttive dell'edificio, impostato su un precedente sito romano e divenuto per la prima volta nel VIII secolo probabilmente una cappella di un nobile longobardo. Su questa prima chiesa alto-medievale sorse poi una chiesa romanica, ricordata dai documenti camaldolesi nel 1059 e infine fu sede di ulteriore ampliamento nel XVII e XVIII secolo. Durante i restauri e prima del posizionamento dell'attuale pavimentazione in legno, si sono potuti condurre studi e scavi archeologici sul sottosuolo da parte del Gruppo Archeologico Casentinese sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana.
Questi hanno permesso di scoprire gli edifici religiosi che si sono alternati nel tempo: negli stati più antichi, databili al periodo romano, fu costruito un primo edifico altomedievale absidato, su questo fu poi riedificata una chiesa in stile romanico probabilmente consacrata nel 1058, secondo quanto riportata un documento del Regesto di Camaldoli.
Nel XIV secolo, periodo in cui si ha una ripresa socio economica della zona, la chiesa fu oggetto di un ampliamento e prese le dimensioni dell'edificio attuale. Gli scavi hanno permesso il recupero di un'ingente mole di oggetti di religiosità lasciati addosso ai sepolti raccolti in numerosi ossari, tra cui numerose medagliette religiose, crocefissi da rosario e oggetti personali lasciati sui defunti, che troveranno presto la loro collocazione in una teca all'interno dell'auditorium insieme ad altri materiali che erano rimasti per secoli nascosti nel sottosuolo.
I luoghi del festival non sono solo luoghi, ma storie bellissime da raccontare, dei libri fatti di mattoni, ricordi e tanta passione.