Monica Pieraccini
Cronaca

I riflettori di Bankitalia sulla Toscana. Il Pil è sotto la media: "Ma il sistema resiste e l’inflazione frena”

Il direttore della sede regionale Barone vede segnali di stabilizzazione. Cresce il potere d’acquisto anche con retribuzioni fra le più basse d’Italia. Disoccupazione ai minimi storici (5,3%), ma principalmente tra i lavoratori stranieri

Firenze, 19 giugno 2024 – Segnali di stabilizzazione economica per il 2024 in Toscana, ma senza eccessivi entusiasmi. Le previsioni del nuovo direttore della sede regionale della Banca d’Italia, Vito Barone, sono caute. "L’economia quest’anno sembra destinata a mantenersi sui livelli del 2023, anche se ci sono alcuni dati incoraggianti, come il lieve recupero del potere d’acquisto da parte delle famiglie, grazie a un’inflazione che dovrebbe passare, secondo le stime, dal 5,6% dello scorso anno all’1,2% del 2024", ha dichiarato.

Nel frattempo le retribuzioni sono leggermente risalite, il che dovrebbe portare a un aumento del potere d’acquisto e a una ripresa dei consumi, che nel 2023 erano cresciuti solo dell’1,4%, contro il +6,7% del 2022. "Per il resto – ha sottolineato Barone – le dinamiche sono simili a quelle del 2023, con una riduzione ulteriore del credito. Va detto però che il sistema, seppur di piccole dimensioni, appare resiliente".

Lavoratori stagionali impegnati in agricoltura
Lavoratori stagionali impegnati in agricoltura

Nonostante la diminuzione del fatturato e della produzione (-3,5% nel 2023), le piccole imprese hanno mantenuto ricavi significativi, dimostrando che "la redditività tiene, e il sistema bancario ha saputo prezzare meglio il rischio di credito. Infatti, la qualità del credito rimane su livelli più che accettabili. C’è qualche segnale di peggioramento, ma nulla che al momento desti preoccupazioni", ha spiegato. Se il 2024 dovrebbe chiudersi senza scossoni, il 2023 si è concluso con numeri decisamente negativi. La crescita del Pil è stata dello 0,6%, inferiore allo 0,9% a livello nazionale e lontana dal +5,9% registrato in Toscana del 2022. Un rallentamento dovuto a una domanda interna fiacca, influenzata da tre fattori principali: incertezza geopolitica, perdita del potere d’acquisto delle famiglie e effetti della politica monetaria restrittiva.

In questo contesto, le esportazioni hanno tenuto grazie al settore farmaceutico e alla meccanica, mentre la moda ha registrato, come ormai noto, una flessione a due cifre. Sul fronte del mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione è ulteriormente sceso al 5,3%, raggiungendo i minimi storici. Tuttavia, l’aumento degli occupati (+0,6% nel 2023) è sostenuto, ormai da 20 anni, dall’incremento dei lavoratori stranieri, che ha più che compensato il calo di quelli nati in Italia. In prospettiva, però, il calo demografico comporterà entro il 2042 una diminuzione della forza lavoro di 200mila unità.

Non è confortante nemmeno l’andamento delle retribuzioni, che in Toscana sono rimaste su valori più bassi rispetto al resto d’Italia. Questo è dovuto anche a una ricomposizione settoriale verso ambiti come quello dei servizi e, in particolare, del turismo, caratterizzati da livelli salariali più bassi. Con stipendi pressoché fermi e prezzi (e tassi di interesse) ancora alti, nel 2023 si è assistito non solo ad un rallentamento dei consumi, ma anche delle compravendite immobiliari e, quindi, del ricorso ai mutui, diminuiti del 30%.