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I vescovi toscani ai docenti: “Non rassegnatevi e abbiate il coraggio di educare”

Il messaggio a pochi giorni dalla prima campanella arriva attraverso Toscana Oggi

Il vescovo Roberto Campiotti

Il vescovo Roberto Campiotti

Firenze, 11 settembre 2024 – A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, i vescovi toscani ci tengono a lanciare un messaggio agli insegnanti: «Non rassegnatevi, abbiate il coraggio di educare».

Questo l’invito che arriva dalle parole di monsignor Roberto Campiotti, vescovo di Volterra e delegato della Conferenza Episcopale Toscana per la scuola, attraverso le pagine di Toscana Oggi.

Nel suo messaggio, monsignor Campiotti riconosce le difficoltà del compito educativo nel contesto attuale. «Il compito e la responsabilità di educare sono il compito e la responsabilità più grandi che una persona possa svolgere poiché il destinatario di questo compito è una persona umana», scrive il vescovo. Educare, quindi, significa lavorare affinché ciascuno possa realizzarsi come persona, portando a compimento la propria umanità.

Campiotti sottolinea l’importanza della persona umana, definendola «il bene più prezioso nell’universo intero». Per questo motivo, educare è difficile: «Normalmente le cose più grandi sono le più difficili». Secondo il vescovo, la domanda fondamentale che ogni educatore deve porsi è legata al destino dell’alunno: «Chi diventerà questo ragazzo che è affidato alle mie cure? Che cosa sarà di lui?».

Non si tratta solo di chiedersi quale professione l’alunno svolgerà in futuro, ma che tipo di uomo diventerà. Sarà in grado di distinguere il bene dal male? Saprà scegliere liberamente il bene e dedicarsi alla costruzione di una comunità giusta e rispettosa? Queste per Campiotti sono le vere domande che devono guidare il percorso educativo. Per lui, educare significa rendere i giovani degli adulti «capaci di pensare, di scegliere liberamente, di lavorare,  di convivere con le altre persone», ma anche di instaurare «un rapporto con Dio in cui trova la pienezza della vita, capace di vivere una buona vita su questa terra ma aperta e in cammino alla pienezza della vita eterna».