LUIGI CAROPPO
Cronaca

L'altra politica firmata Iacopo Melio. "Porto avanti le istanze degli ultimi"

A metà mandato da consigliere regionale del Pd rilancia la sua battaglia per i diritti (disabili, carcere, mobilità)

Iacopo Melio con il Presidente Mattarella

Firenze, 20 dicembre 2022 -  Iacopo Melio, il combattente. Il consigliere regionale toscano dalla parte dei diritti di tutti. Lui, esemplare per dedizione al bene comune, non molla di un centimetro il suo impegno. Oltre due anni dall'elezione a consigliere regionale, vicino a metà mandato. La politica vista da vicino. Pentito? O comunque entusiasta? Non sarà mica diventato complice della politica fine a se stessa? Rimane ottimista? "Pentito assolutamente no. Ho studiato scienze politiche, ho sempre fatto attivismo e non c’è nulla di più politico di questo. Portare le istanze degli ultimi là dove si può provare a fare la differenza non solo è stato un passaggio quasi obbligato ma per me naturale. Al momento faccio esattamente ciò che ho sempre voluto e soprattutto nell’unico modo che ritengo possibile: ascoltando le persone, empatizzando con chi ogni giorno vive difficoltà sulla propria pelle, in mezzo alle cittadine e ai cittadini e non solo dentro ai palazzi. Inizialmente sono rimasto deluso da certe dinamiche, ma voglio continuare ad essere un inguaribile romantico e pensare che la politica possa ancora migliorare: la differenza la fanno sempre le persone giuste".  Dica le cose che le sono piaciute in questo periodo da consigliere e quelle invece non ha accettato. "Per tornare ad essere l’unico vero riferimento della sinistra, avrei immaginato delle prese di posizioni nette su alcuni temi che ho fortemente sostenuto, come i referendum su eutanasia e cannabis legale, così come su altri temi riguardanti i diritti umani e civili. Quello che più mi ha entusiasmato è stata la partecipazione della società civile nel mio percorso, la collaborazione continua con i giovani democratici (una grande speranza per il futuro del Partito) e le occasioni che ho personalmente avuto per portare, come suo rappresentante, la Toscana all’estero, ad esempio al “Disability Expo” di Dubai per due anni di seguito". I partiti come sono? "Delle macchine fondamentali per la politica, e come tutte le macchine a volte funzionano bene e a volte peggio. Credo che oggi occorra un maggior senso di identità e di comunità, soprattutto per riprenderci le nuove generazioni che, comprensibilmente, hanno perso la fiducia nella politica e nelle istituzioni". I suoi colleghi? Del Pd e degli altri partiti? "Devo molto al nostro capogruppo Ceccarelli, che è riuscito a coinvolgermi nonostante le difficoltà del lavorare a distanza a causa della pandemia. Lo smart working complica sicuramente la possibilità di instaurare legami, ma da coloro con cui ho avuto modo di confrontarmi maggiormente, anche dell’opposizione con la quale sono sempre aperto al dialogo, ho sempre trovato un grande rispetto".  Si è sentito incluso o accettato? "Con Antonio Mazzeo e tutto il Consiglio condivido l’idea di una politica sempre più 2.0, sia per avvicinarsi alle cittadine e ai cittadini con maggior attenzione e trasparenza, sia per rendere i lavori istituzionali sempre più inclusivi, alla portata di ognuno. Per quanto mi riguarda, aver trovato subito un metodo di lavoro digitalizzato in aula mi ha permesso di lavorare da casa già dal primo giorno alla stessa efficienza di tutti gli altri, senza alcun tipo di handicap. Credo che questo andrebbe raccontato più spesso, per la Toscana deve essere motivo di orgoglio. La politica è un diritto e un dovere di tutte e tutti". Lei è un garante dei diritti di tutti. Ha un suo elettorato fedele che lo segue. I dem dovrebbero ripartire anche dall'affermazione concreta, non solo a parole, dei diritti. Lavoro in primis. "Sono pienamente d’accordo. La giacca e cravatta non mi si addicono, farò sempre parte della società civile e di quel mondo proprio dell’attivismo dal basso, con un forte senso di comunità e partecipazione: una realtà che la politica tutta dovrebbe non solo ascoltare ma coinvolgere più spesso per far sì che nessun diritto venga lasciato indietro".  Reddito di Cittadinanza, che fare? "Personalmente, sono a favore di un reddito di sussistenza per chi non riesce o non può trovare lavoro, ma credo anche che debba esserne rivista la modalità. Conosciamo tutti i casi negativi al riguardo, dovuti ad assenza di controlli e a una scarsa efficacia del ruolo dei navigator. Il Governo però ha compiuto un grosso errore a eliminarlo, scegliendo la via più semplice: sarebbe stato giusto far sì che un simile strumento funzionasse efficacemente, garantendo un diritto fondamentale come, d’altronde, lo sono quello al salario minimo e alla lotta dello sfruttamento, della precarietà e del lavoro povero. Tutti temi importantissimi che il Partito Democratico dovrebbe abbracciare unitamente".  Giani, che presidente è? "Sicuramente abbiamo storie e provenienze diverse, la pensiamo in modo differente su alcuni temi ma il confronto e la pluralità è sempre una ricchezza per me. Giani è un presidente molto presente sul territorio con una grande cultura e una profonda conoscenza della nostra storia, il che può fare solo bene alla Toscana. Ho ricevuto da subito molta stima da parte sua, che si è ogni volta dimostrato disponibile e aperto all’ascolto, e questo mi ha sempre fatto molto piacere".

   E il presidente del consiglio regionale Mazzeo?  "Anche con Antonio c’è molta stima reciproca. Ma come ho sempre detto, il mio impegno politico vuole stare il più possibile sopra le parti, perché le mie battaglie sono le battaglie di tutte e di tutti: per questo, in questa fase, voglio concentrarmi su altro come la mia presenza nel comitato costituente di un nuovo Pd".

Un collega di altri partiti che stima. "Ho avuto spesso modo di confrontarmi con Diego Petrucci, anche riguardo temi considerati scomodi sui quali, con mia sorpresa, ci siamo trovati d’accordo, ad esempio la cannabis terapeutica. Sento da parte sua una stima sincera, mi ha chiesto più volte pareri su proposte inerenti alla disabilità che, in alcuni casi, ha addirittura ritirato su mio consiglio quando ritenute sbagliate. Questo dimostra un’onestà intellettuale che, tra “rivali”, non è scontato trovare".

Lei tifa Schlein. "Ho apprezzato in passato Bonaccini, lo ritengo un buon amministratore, ma sono convinto che Elly sia il volto migliore possibile, ad oggi, per guidare il Partito Democratico se vogliamo ottenere un cambiamento vero: è donna, giovane, progressista, vive sulla propria pelle l’urgenza della tutela dei diritti per una piena parità, e condivido con lei la provenienza dalla società civile. Il suo impegno a Bruxelles è stato notevole e non si è fatta sporcare dalla macchina politica. Ho già espresso pubblicamente il mio pieno sostegno verso di lei, e ribadisco la speranza di poter collaborare maggiormente in futuro".   Il Pd si rilancia se. "Riprendiamo in mano tematiche coraggiose, di sinistra, progressiste, dalla parte di ogni cittadina e cittadino, a partire da quelli in ultima fila. Abbiamo perso la capacità di intercettare i bisogni veri della gente, o di saperli tradurre in atti concreti, prestando il fianco al populismo becero della destra, ingannevole. Vorrei un nuovo PD di maggiore prossimità, che faccia della partecipazione dal basso il suo punto di forza". Pd maggioritario o alleato? "Credo che la collaborazione e le alleanze, in politica, siano fondamentali nell’interesse delle cittadine e dei cittadini. Da soli si va poco lontano. Ciò che conta davvero è tornare ad essere un solido punto di riferimento sociale e progressista per tutto il centrosinistra, capace di essere la casa di chi è rimasto e soprattutto di chi, da qualche tempo, se ne è andato perché deluso". Lungimiranza, una dote di un buon politico. Lei vede oltre e cerca di intercettare i bisogni".

Perché non tutti hanno lo sguardo rivolto al bene comune? "Come ho già detto, entrare “dentro” la politica mi ha fatto scontrare con una realtà che immaginavo meno complessa, con dinamiche e meccanismi diversi. Penso che sia il potere a generare talvolta egoismo, e ad amplificare la distanza tra governanti e governati. Anche per questo credo prima di tutto nella partecipazione dal basso, in una politica partecipata fatta dalla società civile, perché diventa più difficile dimenticarsi chi si è stati e chi si continua ad essere".

Le sue ultime proposte scuotono e fanno riflettere. Una per creare a livello nazionale l'operatore dell'affettività per i disabili. L'altra per evitare che i minori restino in carcere con le madri condannate. Il filo conduttore è il recupero di una normalità per tutti come valore positivo e troppe volte dimenticato? "Certamente. Il mio lavoro si basa sul diritto all’autodeterminazione: ogni persona deve essere messa in condizioni di potersi scegliere il futuro che desidera, gestendo in maniera libera e autonoma la propria quotidianità, al pari di tutte le altre persone. Nel primo caso, ho trovato giusto ricordare che quello all’affettività, all’emotività e alla sessualità è un diritto riguardante la salute psicofisica riconosciuto dall’Oms e in quanto tale deve essere garantito, abbattendo pregiudizi, stereotipi e tabù; nel secondo, trovo impensabile che ci sia chi non voglia il bene per i bambini, tutti, a maggior ragione per quelli che sono costretti a subire le colpe dei propri genitori e che per questo si vedono strappato il diritto all’infanzia". Un progetto per la Toscana che vorrebbe vedere realizzato nel prossimo anno? "Vorrei contribuire allo sviluppo di un turismo sostenibile e accessibile a chiunque, inclusivo, che valorizzi ulteriormente le bellezze della nostra Regione aprendole anche a chi, ad esempio, ha una mobilità ridotta. Dopo una mia interrogazione in Consiglio al riguardo, ho già fatto una proposta all’assessore Marras e confido di iniziare a lavorarci già dai primi mesi del prossimo anno. La Toscana dovrà essere un esempio per garantire luoghi turistici accessibili a tutte e tutti, qualificati, in piena sicurezza. Soprattutto dopo il lungo periodo di restrizioni dovute alla pandemia ce n’è tanto bisogno, per i lavoratori del settore e per chi ha bisogno di svagarsi".