
Luciano De Crescenzo (foto Ansa)
Firenze, 18 agosto 2022 - “In genere passiamo la gioventù a rovinarci la salute e la vecchiaia a curarla”. È una delle tante massime del grande Luciano De Crescenzo, nato a Napoli il 18 agosto 1928, nel quartiere San Ferdinando, zona Santa Lucia. Se filosofi si nasce, di certo per lui è stato così, visto che prima di diventare scrittore e autore di best seller dal successo mondiale, di mestiere faceva l’ingegnere. A scoprirlo fu Maurizio Costanzo, che lo chiamò come opinionista nel suo programma ‘Bontà loro’. La sua simpatia bonaria, la sua aria sorniona e la complicità col conduttore lo fecero subito amare dal pubblico: il libro ‘Così parlo Bellavista’ vendette all’epoca centinaia di migliaia di copie, ed era solo il primo di una serie di grandi successi. Con una scelta anticonformista e coraggiosa, De Crescenzo decise allora di lasciare l’avviata carriera da informatico per dedicarsi alla narrativa, e la frequentazione dello studio televisivo lo incitò anche a passare dietro la macchina da presa. E così, insieme all’amico Roberto Benigni e con la guida di Renzo Arbore, nel 1980 recitò ne ‘Il Pap'occhio’ prima di firmare il suo famosissimo ‘Così parlò Bellavista’. Accanto a scrittura e cinema si dedicò alla passione della divulgazione della filosofia facendo innamorare tutti dei miti e dei grandi pensatori dell’antica Grecia, che magistralmente sapeva raccontare appassionando gli spettatori di ogni età, essendo capace come pochi di tradurre la filosofia alta nel buonsenso comune. Figlio di un fabbricante di pellami, in più occasioni ha raccontato le molte storie curiose della sua vita, dai genitori che si sono conosciuti "in fotografia" alle marachelle con Carlo Pedersoli che era suo compagno di scuola, e che di lì a poco sarebbe diventato per tutti Bud Spencer. Nella sua carriera di scrittore ha toccato vari temi, dalla questione del sud (“Si è sempre meridionali di qualcuno” diceva) ai rapporti personali (“Per farsi un amico ci vuole quasi una vita. Bisogna essere stati poveri insieme e qualche volta felici”) alla sessualità (“Non conviene fare sesso. Dura poco, si fa una gran fatica e la posizione è ridicola”) ai problemi della modernità (“Oggi il settanta per cento dell’umanità muore di fame…e il restante trenta per cento fa la dieta”) e molto riflettuto sul concetto di tempo, non solo nei libri 'Sembra ieri' e 'Il tempo e la felicità', ma anche in uno dei suoi molti film, ‘32 dicembre’. Per De Crescenzo, per cui “La lunghezza effettiva della vita è data dal numero di giorni diversi che un individuo riesce a vivere. Quelli uguali non contano”, dovremmo essere padroni del presente e non schiavi del futuro. Un concetto ribadito in più occasioni: “Molti studiano come allungare la vita, mentre bisognerebbe allargarla. Se vivi il tempo in lunghezza, in modo monotono – scrisse - dopo 60 anni avrai 60 anni. Se invece lo vivi in larghezza, con alti e bassi, innamorandoti e facendo pure qualche sciocchezza, dopo 60 anni avrai solo 30 anni”. Il 18 luglio del 2019 se ne andava uno dei più grandi intellettuali partenopei, che aveva sempre osservato il mondo con libertà (“A quanti vogliono sapere se io sono del centrodestra o del centrosinistra rispondo: sono del centro storico”) e grande curiosità: “La vita – scrisse - potrebbe essere divisa in tre fasi: rivoluzione, riflessione e televisione. Si comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali”. La sua eredità è in un patrimonio inestimabile di riflessioni intrise di saggezza e del suo umorismo brillante, che a rileggerle oggi, non smettono di parlare al presente e al futuro. Proprio come gli antichi pensatori greci e pochi altri nella storia, coi loro pensieri universali e immortali, sono riusciti a fare. Nasce oggi Ardito Desio nato il 18 aprile 1897 a Palmanova. Grande esploratore, geologo e accademico, se il K2 è detta la ‘montagna degli italiani’ è perché fu appunto una spedizione italo pakistana capitanata da Ardito Desio, cui prese parte anche un giovane Walter Bonatti, ad averne conquistato la cima: era il 31 luglio del 1954. Maurizio Costanzo