LORENZO GUADAGNUCCI
Cronaca

Il boom del turismo lento. "Crea piccole economie che salvano il territorio"

Parla Paolo Piacentini, uno dei massimi esperti di cammini in Italia "La Via degli Dei ha creato un indotto di 4,8 milioni. I piccoli rifugi in ripresa"

Paolo Piacentini, uno dei massimi esperti di cammini, vive ad Amelia (Terni)

Paolo Piacentini, uno dei massimi esperti di cammini, vive ad Amelia (Terni)

Amelia (Terni), 16 luglio 2023 – “Il turismo lento cresce, convince, e può creare piccole economie in territori marginali e abbandonati, ma servono progetti coerenti; la cura del territorio dev’essere al centro di tutto": Paolo Piacentini sa bene di che parla. Vive ad Amelia (Terni), è uno dei massimi esperti in Italia di cammini (è stato a lungo consulente del ministero della Cultura) e soprattutto cammina, cammina, cammina.

Per dire delle sue più recenti imprese, a fine ottobre (intorno al fatidico 28) si è messo alla testa di una "Retromarcia su Roma", dalla capitale ad Assisi, ideata con Andrea Satta, mente e voce dei "Têtes de Bois"; a maggio ha portato un altro gruppo di persone dalla Sabina ad Arcidosso lungo il "Cammino per un Nuovo Umanesimo" da lui stesso ideato col monaco zen Pino Soden Palumbo, e ha da poco pubblicato un nuovo libro: "Passo dopo passo. La cura del sé, dell’altro, del territorio" (Pacini editore).

Piacentini, la voglia di camminare sta davvero crescendo?

"Abbiamo avuto un boom all’indomani della pandemia, poi una flessione dovuta alla ripresa dei viaggi all’estero, col richiamo dei grandi cammini, come quello di Santiago. Ma la tendenza resta chiara: crescono l’attenzione, la pratica e la consapevolezza".

In che senso il cammino è cura del territorio?

"Camminare è una forma di conoscenza che concentra l’attenzione sui valori ambientali e la qualità della relazione con i luoghi che si vivono e si attraversano. È significativo che negli ultimi tempi stiano crescendo cammini di prossimità, anche di un solo giorno, magari ad anello; sta succedendo per esempio sull’Amiata. È una cosa importante perché Paolo Pileri, il professore di ingegneria che si batte per la difesa del suolo, dice sempre che camminare e quindi conoscere da vicino i propri luoghi è la premessa per una tutela forte del territorio. Io aggiungo che anche le autorità pubbliche devono fare scelte chiare: se vogliono promuovere i cammini e quindi il turismo lento, ecologico, dolce, non possono al tempo stesso fare progetti di infrastrutture in Appennino di grande impatto ambientale. Penso per esempio al mega impianto eolico in Mugello lungo il crinale, dove fra l’altro passano il Sentiero Italia e il Cammino di Dante che unisce Firenze e Ravenna..."

I cammini possono creare nuove forme di economia?

"È stato calcolato che in un anno la Via degli Dei, fra Firenze e Bologna, ha creato un indotto di 4,8 milioni di euro; un noto albergo destinato alla chiusura, per dire, si è salvato grazie ai camminatori. Sul Cammino di San Benedetto, per fare un altro esempio, sono nati moltissimi bed and breakfast e altre attività in piccoli e piccolissimi centri. Lo stesso sta avvenendo col Cammino dei borghi silenti, un circuito che tocca piccoli paesi abbandonati nell’area dei Monti Amerini. E si sta muovendo qualcosa, nella stessa direzione, anche sul versante della Tuscia. Quindi sì, i cammini possono creare micro economie preziose e far rinascere luoghi dimenticati, ma serve la chiarezza di scelte che dicevo prima. L’Appennino, in particolare, è un territorio fragile e l’attenzione verso questa fragilità dev’essere il cuore di tutto".

Quanto conta il sostegno delle istituzioni per promuovere un cammino?

"I Cammini italiani, storicamente, sono nati e si sono affermati dal basso, grazie alla partecipazione delle persone, al coinvolgimento volontario delle popolazioni. Ma è chiaro che un sostegno pubblico, se forte, chiaro e soprattutto coerente può essere decisivo. In Parlamento è ancora in discussione una legge sui Cammini presentata già nella passata legislatura e tutti si aspettano una crescente attenzione, nonché finanziamenti, in relazione al prossimo Giubileo a Roma. Si vorrà favorire l’arrivo anche a piedi dei pellegrini, soprattutto attraverso la Via Francigena, ma non solo. Penso però anche ai casi locali. La Via della Seta fra Prato e Bologna, per esempio, sta crescendo grazie all’impegno degli enti locali e potrebbe portare a un grande anello Bologna-Prato-Firenze-Bologna collegandosi con la Via degli Dei. Se facciamo un bilancio di questi anni, vediamo che le storie di successo non mancano".