LUIGI CAROPPO
Cronaca

Il dovere di combattere l’illegalità

Arriva a Prato la Commissione parlamentare di inchiesta su sfruttamento e sicurezza sul lavoro. L’autunno caldo della precarietà si è aperto con le battaglie degli operai tra Firenze, Prato e Pistoia per vedere rispettati diritti elementari

L’assemblea permanente alla «Iron&Logistics» a Montale

L’assemblea permanente alla «Iron&Logistics» a Montale

Firenze, 9 novembre 2024 – Lunedì arriva a Prato la Commissione parlamentare di inchiesta su sfruttamento e sicurezza sul lavoro presieduta dalla dem Chiara Gribaudo. La presenza è stata richiesta dal Pd dopo che l’autunno caldo della precarietà si è aperto con le battaglie degli operai pachistani tra Firenze, Prato e Pistoia per veder rispettati diritti elementari. Orario di lavoro e stipendio rispettosi, insomma un contratto normale. Lotte per mettere al bando caporalato e sopraffazioni. Per far capire ai datori di lavoro, molto spesso imprenditori cinesi, che le regole valgono per tutti. Appoggiati dai sindacalisti dei Sudd Cobas (dove sono finite Cgil, Cisl e Uil su questo fronte?) gli operai hanno avuto ragione dopo scioperi e picchetti oppure dopo cause in Tribunale. Sono stati regolarizzati con la mobilitazione o con il giudice del lavoro. Un passo in avanti.

Ce ne sono molti altri da fare nella Piana della Toscana centrale dove hanno messo radici le imprese cinesi tra pelletteria e pronto moda-abbigliamento. A partire dalla necessità di avere a disposizione decine di ispettori del lavoro. Solo con un pressing asfissiante sulle aziende illegali si possono ottenere risultati soddisfacenti come ha fatto nei primi anni, dopo il 2013, il Piano Lavoro sicuro della Regione Toscana che ha operato tra Firenze, specialmente zona Osmannoro, Prato e l’Empolese.

La sindaca di Prato, Ilaria Bugetti ha chiesto il rafforzamento degli ispettori, il “tavolo del distretto” ha condiviso la richiesta. C’è l’impegno del centrodestra per far sì che il plotone dei controlli si rafforzi. Oltre alle verifiche ci sono le indagini da fare e i processi da celebrare.

E su questo fronte si aspettano risposte per il potenziamento del personale giudiziario e l’allargamento della Direzione investigativa antimafia da Firenze a Prato (una sezione in Procura) per stroncare il sistema malavitoso che mette insieme sfruttamento lavorativo, soldi sporchi da riciclare e affari milionari cercando di non pagare le tasse. Un connubio pericoloso che vuol mettere radici sempre più profonde. Da Prato al resto della Toscana centrale.