In attesa che i partiti di maggioranza incontrino i vescovi, si polarizzano le posizioni sulla legge sul suicidio assistito. In teoria, fra il 10 e l’11 febbraio, il Consiglio regionale dovrebbe discutere il testo. E, in caso di approvazione, la Toscana sarebbe la prima, in Italia, a legiferare sul tema. Ma il dibattito potrebbe slittare di nuovo, viste le perplessità di tanti consiglieri e la richiesta di approfondimento di Forza Italia. Il capogruppo Marco Stella ha presentato ieri un’istanza di richiesta di un parere preventivo al Collegio regionale di garanzia statutaria che, se andrà avanti, potrebbe richiedere 2/3 settimane. "Siamo certi – ha detto - che questi temi sono di competenza nazionale e che non spetta alle Regioni legiferare. La sentenza della Corte costituzionale 242/2019 ha solo circoscritto un perimetro in cui l’aiuto al suicidio potrebbe non essere sanzionabile con la reclusione. Ma il gesto rimane illecito, penalmente e civilmente". L’iter legislativo toscano ha preso il via proprio dalla sentenza che ha dichiarato non punibile "chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili". L’associazione Coscioni ha quindi raccolto firme e depositato nei vari Consigli regionali una proposta per definire le procedure di applicazione della sentenza. Per ora l’iter si è arenato in diverse regioni. In Toscana l’argomento è accolto con perplessità anche dall’ala cattolica Pd. E le critiche esplicite dei vescovi hanno rafforzato i dubbi. Così Italia Viva ha vincolato un eventuale sì a un incontro preventivo coi vescovi e a rassicurazioni sulle cure palliative. Fratelli d’Italia, che in commissione non aveva partecipato al voto ha annunciato che voterà contro. La Lega è orientata verso la libertà di scelta ma Giovanni Galli, che in commissione si era astenuto, ha parlato ieri di battaglia ideologica e di una Toscana che "vuole diventare una terra senza Dio". Il Pd, da parte sua, ha rinnovato l’invito ai vescovi per un incontro. Difficile prevedere come finirà. Secondo i ben informati, i vertici nazionali Dem terrebbero molto alla norma e, con le regionali in vista, chi vuole ricandidarsi ha poca voglia di seminare zizzania. Ma per chi conta sul voto cattolico non è facile neppure scontentare il proprio elettorato.
Lisa Ciardi