Firenze, 3 dicembre 2024 – I primi esami effettuati all’ospedale di Careggi non escludono che a causare la fibrillazione ventricolare possa essere stata un’iniziale forma di cardiomiopatia aritmogena, la patologia cardiaca che si era portata via il capitano viola Davide Astori nel 2018. Ma ancora non ci sono diagnosi, gli accertamenti proseguono a trecentosessanta gradi.
Edoardo Bove aveva avuto una miocardite post Covid nel 2020, ma dalle risonanze magnetiche successive non erano emersi strascichi della malattia. Alla luce della nuova risonanza effettuata ieri saranno riguardate anche tutte quelle passate per scandagliare a fondo il tessuto ed escludere la presenza di cicatrici che potrebbero essere rischiose e innescare aritmie.
Esclusi danni cerebrali, anche le coronarie sono perfette. Ora si faranno altri esami per indagare la presenza di patologie strutturali e del circuito elettrico, malattie genetiche. Ma anche per scandagliare a fondo rene e surreni perché il giocatore era arrivato al pronto soccorso di Careggi con il potassio bassissimo (un elettrolita fondamentale per la regolarità del ritmo cardiaco).
Resterà in ospedale sino al momento in cui sarà chiaro che cos’è accaduto al diciassettesimo minuto di Fiorentina-Inter.
Il cuore tradisce anche i giovani sportivi, nonostante gli accurati controlli a cui vengono sottoposti. Quali sono le patologie più difficili da individuare? Si può tornare a giocare dopo episodi di questo tipo? Ne abbiamo parlato con il professor Domenico Corrado, direttore del’Unità operativa delle Cardiomiopatie genetiche e cardiologia dello sport e del master nazionale di Cardiologia dello sport all’Università di Padova, uno dei massimi esperti a livello mondiale. Era stato lui fare la consulenza richiesta dalla procura nel processo al medico sportivo che concesse l’idoneità a Davide Astori.
Può sfuggire qualcosa ai controlli?
"In Italia dal 1982 esiste una legge che rende obbligatorio lo screening sistematico su chiunque eserciti attività agonistica. Giovani adulti ma anche master over 35. Una legge unica al mondo. Solo Israele ne ha una simile anche se non viene applicata con la stessa sistematicità di massa. Le maglie sono strettissime. Ciò non significa che qualcosa possa sfuggire...".
Quali patologie possono causare l’arresto cardiaco improvviso?
"Oltre i 35 anni la causa in assoluto più frequente è la malattia delle arterie coronariche. Per i più giovani lo spettro è molto più ampio dalle patologie strutturali come le cardiomiopatie, congenite, ereditarie o acquisite. Così come le canalopatie determinate da un gene che determina l’instabilità elettrica del cuore: sindromi del Qt lungo, del Qt corto, Brugada, tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica".
Quali sono le più insidiose da individuare, quelle che più facilmente aggirano gli esami?
"Alcune genetiche o congenite. Come l’anomalia congenita di origine delle coronarie che non dà alterazione all’elettrocardiogramma. O hai sintomi o sfugge. Si potrebbe sospettare in caso di positività per ischemia del test da sforzo. Ma anche questo test non ha una sensibilità ottimale".
Dopo un’aritmia ventricolare è possibile tornare a giocare?
"Se si tratta di un’aritmia maligna simile a quella avuta da Eriksen agli Europei di calcio 2020, fortunatamente senza arresto cardiaco. E’ un grave segnale di allarme, quindi bisogna capire se è un episodio isolato o legato ad altre patologie. Dopo 3-6 mesi l’atleta sarà rivalutato e dai test si potrà capire quale patologia ci sia sotto e stabilirne il rischio. Un’aritmia ventricolare ha caratteristiche che fanno pensare che possa ripetersi. Sempre più spesso l’aritmia è causata da una miocardite acuta o da un esito cicatriziale di una pregressa miocardite".
Le miocarditi possono essere rischiose. Come avviene il recupero completo?
"L’infiammazione cardiaca tende a guarire. La risonanza magnetica permette la caratterizzazione dei tessuti del muscolo cardiaco e di seguire l’evoluzione del processo infiammatorio".
La guarigione è definitiva?
"Generalmente lo è. Ma richiede anche mesi. Importanti sono le conseguenze della miocardite, perché una cicatrice troppo estesa può alterare la funzione cardiaca e compromettere la ripresa dell’attività sportiva agonistica".
Dopo un arresto cardiaco è possibile tornare a giocare in Italia? All’estero succede.
"No. L’impianto del defibrillatore è incompatibile con l’attività agonistica in Italia. Le norme qui sono più stringenti per risvolti di natura medico legale. E’ abbastanza sicuro. Ma non al 100%. Pensate a cosa potrebbe succedere se un ciclista cadesse per arresto cardiaco in volata".