DANIELE BERNARDINI
Cronaca

Il tesoro abbandonato. Terme ancora a secco. Nessuna offerta all’asta per i beni di Montecatini

Ieri è scaduto il termine di presentazione delle domande per la gara. Ci si riproverà in autunno, con riduzione della base del 30 per cento

Il liquidatore delle Terme di Montecatini, Enrico Terzani

Il liquidatore delle Terme di Montecatini, Enrico Terzani

Montecatini Terme (Pistoia), 16 luglio 2024 – Nessuna offerta di acquisto per i beni strategici delle Terme di Montecatini. Ieri scadeva il termine di presentazione delle domande per partecipare alla procedura di gara, che doveva essere fatta dal notaio Vincenzo Gunnella di Firenze o da altri professionisti periferici, indicati su www.notariato.it . L’offerta minima, non ribassabile, era di circa 42 milioni di euro. Alle 12, termine indicato dal bando, nessuno si è però fatto avanti. Risultato: gara deserta e procedura da ripetere. Oggi, contrariamente, alle indicazioni del bando, non ci sarà nessuna asta da ripetere. Il commissari giudiziale Alessandro Torcini, di concerto con il tribunale fallimentare, dovrà adesso decidere se indirre una nuova gara, con il prezzo complessivo ridotto, o vendere le Terme a pezzi.

Il sindaco Claudio Del Rosso, da poche settimane alla guida della città, sceglie di mantenere il silenzio per rispetto alla delicatissima procedura in corso. La seconda gara, se Torcini fosse intenzionato a fissarla, dovrebbe tenersi in autunno, con una riduzione del 30% dell’offerta, che scenderebbe così a 28 milioni di euro. A dicembre dello scorso anno, la Regione ha approvato una legge che consentirà al socio di maggioranza delle Terme di presentare un’offerta da 17,5 milioni di euro per l’acquisto di Tettuccio, Regina, Redi ed Excelsior. Il Comune, da parte sua, è pronto a presentare un milione e mezzo per l’acquisto della Torretta, prezioso edificio ormai da anni in pessimo stato, che necessita di un rilevante progetto di recupero. La Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia ha presentato una manifestazione di interesse per le Terme. I tre soggetti pubblici possono partecipare insieme a una nuova gara, anche se mancherebbe ancora qualche milione, che potrebbe essere investito da Cassa Depositi e Prestiti, più volte chiamata in ballo per la salvezza delle Terme. Cdp però non ha mai preso una posizione ufficiale.

La sezione fallimentare del tribunale di Pistoia, nel luglio del 2023, ha emesso la sentenza che omologa la proposta di concordato in continuità, presentato dalle Terme. Il rischio di una liquidazione giudiziale, il nuovo nome del fallimento, è stato così scongiurato, anche se l’azienda ha dovuto avviare un percorso di vendita di tutti beni immobili rimasti per fare fronte ai debiti. Le offerte da presentare per l’acquisto di tutti beni strategici non dovevano essere inferiori a 42 milioni di euro. Insieme alla ufficializzazione del concordato in continuità, la sezione fallimentare del tribunale di Pistoia aveva nominato liquidatore il commercialista Enrico Terzani, presidente dell’ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Firenze.