CHIARA CASELLI
Cronaca

Il Volo, 15 anni fra le stelle: "Portare la lirica a tutti è la nostra missione"

In partenza il nuovo tour per l’Italia che farà tappa a Firenze il 15 gennaio "Ci limitiamo a fare ciò che sentiamo col massimo rispetto delle regole".

Il Volo con Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble

Il Volo con Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble

Un album, Ad Astra, composto da inediti, e un tour con 10 date nei palazzetti d’Italia. Il Volo sarà a Firenze al Mandela Forum il 15 gennaio anche con il nuovo singolo Tra le onde. Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, in carriera ormai da 15 anni, lo spiegano: "Tra le onde si snoda in un’atmosfera sognante che ricorda l’abbraccio di un mare tranquillo. Il brano parla di tenacia e di quella forza interiore che ci permette di aggrapparci alle cose davvero importanti anche quando la vita sembra travolgerci".

“Ad astra“ per aspera? Quanto è stato duro il vostro cammino?

"Raggiungere gli obiettivi attraverso le asperità: è sicuramente questo il percorso della nostra vita. Come tutti abbiamo attraversato ostacoli e difficoltà ma solo così si può crescere. Nella nostra esperienza professionale non è stato facile rompere il pregiudizio, che è la più grande malattia dopo l’indifferenza. Dimostrare a noi stessi e agli altri di essere all’altezza dopo un esordio da bambini prodigio e cercare di portare un certo genere musicale fuori dai teatri oltrepassando le barriere culturali non è stato semplice. A un certo punto della sua carriera Pavarotti si è messo in discussione chiedendosi se non fosse il caso di valicare il mondo dei puristi per rivolgersi un pubblico più ampio ma ugualmente in grado di recepire le emozioni".

E come replicate ai melomani che storcono il naso?

"Ci siamo approcciati a questo genere sin da bambini con molta sincerità e spontaneità e abbiamo riconosciuto la nostra vocazione attraverso le emozioni che abbiamo provato. Ma non intendiamo confondere i ruoli e non pretendiamo di piacere a tutti. Ci limitiamo a fare ciò che sentiamo di più, con il massimo rispetto delle regole".

In questo percorso, Firenze che ruolo ha?

"Il concerto del 2016 in piazza Santa Croce ha avuto un’enorme eco nella nostra carriera. Una cornice meravigliosa. Quel progetto si ispirava ai tre tenori, Pavarotti, Domingo e Carreras. Mai, nell’approcciarsi a quell’idea, c’è stata l’intenzione di emularli. La nostra identità è diversa e abbiamo cercato di difenderla sin dal primo giorno. Certo abbiamo fatto nostro il crossover realizzato da Zucchero e Pavarotti con Miserere e con gli eventi di Pavarotti & Friends. Poi sulla tecnica ci sarà sempre chi ha da ridire. Rimarranno sempre dei punti di distanza, ognuno la pensi come vuole. Sappiamo benissimo quanto studio c’è dietro all’allestimento di un’opera. Ci limitiamo a cantare le arie d’opera che tutti conoscono. E abbiamo avuto la percezione che il grande pubblico non faccia realmente distinzione tra una canzone e un’aria d’opera. Il nostro obiettivo dunque è di cercare di ampliare il più possibile la conoscenza di questo genere musicale che appartiene a tutti; ne siamo orgogliosi".

Da quest’anno l’opera lirica è patrimonio immateriale dell’Unesco. Vi riconoscete come ambasciatori?

"In un certo senso sì. Il belcanto è nostalgia, ma noi attingiamo alla nostalgia come a una forza creativa, che ti permette di attraversare il tempo e dare vita a al presente. Se è vissuta come rimpianto o come rifiuto di un passato che sembra vecchio, questo tipo di approccio ci allontana dalla bellezza in sé. Noi prendiamo la nostalgia e ne siamo grati. È come una luce che onora il passato per lasciarci ispirare. È un modo di comprendere che ogni progresso, sia nella vita che nell’arte, nasce dalla conoscenza e dall’amore di ciò che è stato. Tutti gli artisti passano attraverso processi imitativi. Quindi siamo il frutto di tutta l’esperienza che abbiamo vissuto".

“Tutti per uno“ è il titolo del nuovo tour. Quanto conta l’amicizia tra voi?

"Più che l’amicizia conta la fiducia, che porta all’amicizia. Noi non ci siamo scelti ma abbiamo imparato a stimarci e ad avere fiducia. Abbiamo instaurato un rapporto di grande dialogo. Poi ognuno ha la propria vita. Nel lavoro cerchiamo di instaurare rapporti sinceri e per ora funziona".

Come definireste il vostro stile?

"In 15 anni abbiamo basato il nostro repertorio sulle cover e sul repertorio classico italiano e straniero: con Barbra Streisand cantavamo Smile di Charlie Chaplin. Però a un certo momento abbiamo sentito la necessità di ampliare il repertorio. L’anno scorso abbiamo deciso di tornare a Sanremo con un album di inediti: tutte canzoni nuove, da Capolavoro a Tra le onde. Abbiamo lavorato un anno e mezzo e abbiamo fatto degli esperimenti, anche per stare al passo con i gusti delle persone della nostra età. E questo nuovo brano che è adesso su tutte le radio mostra questa inversione di tendenza. A marzo partiremo per un tour mondiale dove porteremo il meglio di 15 anni di carriera. Siamo molto soddisfatti perché tanti giovani si stanno avvicinando sempre più a questo genere musicale. Qualche settimana fa siamo stati a Los Angeles ospiti di Andrea Bocelli. Con lui abbiamo un rapporto molto bello. È lui il creatore del pop lirico e continua ad essere un’icona del belcanto nel mondo. Sapere che lui dice di noi dal palco “questa è la nuova generazione“ è un bel risultato. Anche perché siamo oggi gli unici ragazzi della nostra età che propongono il canto lirico dal punto di vista mediatico e commerciale e dunque è anche questo che porta tantissime nuove generazioni ad ascoltare un genere musicale che è eterno".