Pisa, 11 novembre 2024 – In tre, tutti pisani, avrebbero falsificato opere d'arte, per lo più contemporanee, cercando poi di piazzarle sul mercato delle aste ma sono stati individuati dai carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio culturale di Roma che hanno poi ricostruito l'intera filiera dei falsi d'autore denunciando complessivamente 38 persone. Concorso in ricettazione, falsificazione e commercializzazione dei beni d'arte i reati contestati. Sequestrate oltre 2100 opere che se immesse sul mercato avrebbero prodotto un danno economico al commercio legale superiore ai 200 milioni di euro.
L'indagine, coordinata dalla procura di Pisa, ha avuto sviluppi anche in Europa grazie alla collaborazione di Eurojust ed è scaturita dal sistema di monitoraggio dei siti di e-commerce delle principale case d'asta del nucleo di tutela dei beni culturali che ha permesso di individuare un dipinto, Cariatide, falsamente attribuito a Modigliani. L'attività investigativa è scattata nel marzo del 2023 quando i carabinieri hanno individuato l'opera nella disponibilità di un intermediario residente in provincia di Pisa e a casa del quale sono state poi sequestrate altre 200 opere contraffatte. L'indagine, ha spiegato la procuratrice pisana Teresa Angela Camelio, "ha permesso di individuare altre opere messe in vendita da case d'asta in Italia e all'estero e di scoprire che alcune opere erano state collocate anche all'interno di tre mostre a Mestre, Cervia e Cortona, in quest'ultimo caso l'intera esposizione era composta da falsi d'autore ed è stata chiusa dopo pochi giorni di apertura al pubblico e le opere sequestrate". Il nucleo dei carabinieri di tutela del patrimonio culturale nelle sue attività di monitoraggio si avvale anche di un sistema di intelligenza artificiale capace di smascherare i falsi in virtù delle quotazioni ribassate per immetterli sul mercato e che nel caso dell'indagine pisana ha permesso di "seguire" le opere anche all'estero.
"Si tratta senza dubbio - ha detto il comandante del nucleo, generale Francesco Gargaro - del principale risultato investigativo a tutela dell'arte contemporanea e, nello specifico, delle opere di Banksy e Warhol". "Il prosieguo dell'attività - ha spiegato la procuratrice, Teresa Angela Camelio - ci ha consentito di individuare i laboratori impiegati dai falsari a Lucca, Pistoia e Venezia e una rete di soggetti dediti a questa attività di falsificazione e commercializzazione estesa tra Italia, Francia, Spagna e Belgio". Sono in corso ulteriori accertamenti per capire nella vicenda anche il ruolo degli organizzatori della mostra di Cortona (Arezzo), mentre è stato accertato che nelle altre due mostre i responsabili non erano a conoscenza di esporre opere falsificate. L'inchiesta ha permesso di individuare , presso una casa d'aste pisana, tre opere false di Kandinsky, Klee e Mondrian in vendita a 4 mila euro ciascuna, quando quelle degli stessi artisti vengono normalmente battute nelle aste internazionali per decine di milioni di euro. I sequestri realizzati all'estero, infine, hanno permesso di individuare altri tre laboratori di falsari e mille opere di imitazione di arte contemporanea, con oltre 450 certificati di autenticità e 50 timbri tutti falsi.