Firenze, 28 febbraio 2023 – Cosa sta succedendo ai camionisti? Giorni di caos sulle strade toscane, con una impressionante sequenza di incidenti che hanno coinvolto diversi mezzi pesanti. In un caso l’esito è stato purtroppo drammatico, con la morte del guidatore. Che in Italia siano in aumento gli incidenti stradali che causano vittime tra gli autisti lo dice la Federazione Italiana Autotrasportatori, che a fine 2022 parlava di due vittime ogni tre giorni e dava la colpa a un mix fatto di tempi stretti di consegna, salari inferiori al dovuto, non riconoscimento degli straordinari.
L’ultimo grave episodio è avvenuto sull’A1, tra Calenzano e Barberino, in direzione Nord, dove domenica mattina un tir è precipitato dal viadotto Marinella. Per motivi che restano da accertare, dopo una curva, l’autista ha urtato la barriera centrale ed è finito contro il parapetto alla sua destra, sfondandolo. Il tir, con un grosso rimorchio carico di frutta e verdura, ha preso fuoco ed è poi precipitato da circa 15 metri d’altezza. Per il camionista, un uomo di 55 anni, originario di Nocera Inferiore, non c’è stato nulla da fare. Ieri mattina, poi, un altro incidente ha coinvolto un camion che stava percorrendo il ponte all’Indiano, a Firenze, dove si è intraversato, bloccando la carreggiata e danneggiando il guard rail.
Sempre ieri, un altro mezzo pesante che trasportava materiale edile si è rovesciato sul ponte alla Vittoria, ancora nel capoluogo toscano, rischiando di finire in Arno. Il conducente è rimasto illeso, ma l’incidente ha mandato in tilt il traffico per ore. E poi tanti altri episodi minori, compreso l’errore di qualche settimana fa, commesso da un bilico approdato in piazza del Comune, a Prato, dove ha danneggiato la storica fontana del Bacchino nel tentativo di fare manovra. Di fronte a questa sequenza di incidenti viene da chiedersi se davvero possa parlarsi di una semplice e sfortunata coincidenza. "Si tratta di casi molto diversi fra loro – spiega Michele Santoni, presidente di Fita Cna Toscana – e non paragonabili. In generale, gli incidenti con mezzi pesanti sono meno del 10%, ma è evidente che, quando si verificano, hanno conseguenze di grande impatto. Il rischio zero non esiste, soprattutto quando il fattore umano è centrale".
Ma esiste un problema di sicurezza o di stanchezza degli autisti? "Il settore ha delle criticità da risolvere – prosegue Santoni – ma non credo siano collegabili agli ultimi sinistri. Penso per esempio allo stress causato dalle attese nelle grandi piattaforme logistiche, sempre più centralizzate: qui i camionisti devono attendere molte ore nelle quali non guidano, ma non possono davvero riposarsi. E’ un aspetto sul quale lavorare". Della stessa opinione anche Renzo Nibbi e Roberto Tegas, rispettivamente coordinatore autoriparazione di Confartigianato Firenze e presidente toscano di Confartigianato trasporti. "L’errore umano, la fatalità, un malfunzionamento meccanico sono tutti elementi che possono avere influito", spiega Nibbi. "Ma in questo momento nulla indica un problema generale relativo alla sicurezza alla guida o alla stanchezza. Resta il tema della manutenzione delle strade e del traffico o, per Firenze, quello di una logistica difficile per la quale da tempo ci confrontiamo con le istituzioni".
“Gli incidenti di questi giorni – conclude Tegas – fanno grande impressione, ma le statistiche ci dicono che per ogni sinistro relativo a un mezzo pesante ce ne sono 31 che coinvolgono le auto". Intanto però Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti chiedono una immediata convocazione da parte del Ministero dei Trasporti, che coinvolga gli altri ministeri competenti, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali "per affrontare il tema della sicurezza sul lavoro nel trasporto merci su gomma".