Firenze, 28 dicembre 2023 – Un salto indietro nel tempo. Sono passati (quasi) quattro anni da quando una piccola sequenza di proteine e aminoacidi ha dichiarato guerra al genere umano. Un nemico invisibile che ha mandato in tilt i nostri ospedali e le nostre esistenze. Poi, grazie ai vaccini, siamo riusciti rapidamente a riconquistare i nostri spazi. E quasi ce ne siamo dimenticati. Fino a queste feste. Quando abbiamo ricominciato a fare i conti con il covid e l’influenza. Un mix che si è ripresentato in maniera dirompente quando finalmente pensavamo di aver archiviato definitivamente quella stagione.
E, invece, ci siamo di nuovo ritrovati con i Pronto Soccorso presi d’assalto come non accadeva da allora. Al “Santo Stefano“ Prato , nel giorno di Natale, si sono registrati almeno 270 accessi, superando così la media quotidiana. Ma anche all’ospedale unico della Versilia a partire da sabato scorso il Ps ha registrato una media di 200 accessi giornalieri.
In affanno anche l’ospedale di Pescia. E gli stessi numeri si sono avuti anche ad Arezzo: dal 23 dicembre a ieri al “San Donato“ sono stati 874 gli aretini arrivati al Ps con una media di 218 ricoveri al giorno. Il dato interessante rispetto al passato è che si sta stabilizzando l’elevato numeri dei ricoveri. C’è il solito 50 per cento che non ha bisogno del pronto soccorso ma ci va lo stesso e nel 50 per cento dei ricoverati a picchiare duro in questa fase è l’influenza.
Già perché sebbene i casi di Covid sono tornati a salire (2.200 nuovi casi nell’ultima settimana e 34 decessi in tutta la Toscana) in concomitanza con l’inverno, la maggior parte dei pazienti giunti negli ospedali lamenta problemi a carattere respiratorio, dovuti principalmente alla forte forma influenzale che ha raggiunto il picco in questi giorni di festa, anticipando tutte le previsioni. Principalmente sono tante le persone anziane, le cui condizioni si aggravano con l’insorgere dei sintomi dell’influenza. Ma i medici iniziano a vedere anche alcuni giovani, per fortuna senza situazioni particolarmente critiche.
Ma la vera criticità è un’altra. "Noi – osserva il direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale unico della Versilia, Giuseppe Pepe – accogliamo chiunque abbia bisogno. In molto casi però questo bisogno non è un’urgenza". Ma piuttosto un problema che "potrebbe essere affrontato con il supporto dei medici di famiglia o (nei giorni di festa) con la guardia medica". "Insieme ad un piano di potenziamento della medicina territoriale, su cui la Regione ha investito e che attendiamo possa entrare adesso regime; servirebbe anche un piano di educazione sanitaria. Perché – sostiene il primario – spesso gli accessi al Pronto Soccorso sono impropri". Con tutti i costi che fanno lievitare la spesa sanitaria toscana.