Influenza, l’infettivologo: “Molti ricoveri per polmonite in pazienti giovani”

Marco Falcone: “In alcuni casi necessario il ricorso alla terapia intensiva”

Firenze, 4 gennaio 2024 – «L'influenza quest'anno sembra avere una patogenicità superiore rispetto agli altri anni e stiamo osservando più ricoveri per polmonite in pazienti sani e giovani». Lo spiega Marco Falcone, direttore del reparto di Malattie infettive all'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e professore di Malattie infettive all'Università di Pisa.

«In genere - spiega l'infettivologo - l'influenza decorre in maniera relativamente benigna con manifestazioni delle alte vie respiratorie. Invece quest'anno, in un numero di casi più alto del solito, si tende a sviluppare una polmonite influenzale che non è molto diversa da quella tipica del Covid-19. Alcuni di questi pazienti hanno bisogno del ricovero e in alcuni casi anche del ricorso alla terapia intensiva».

Le polmoniti causate dall'influenza, inoltre, «tendono a complicarsi più frequentemente con sovrainfezioni batteriche, come quelle causate da Staphylococcus aureus o Pneumococco», dice Falcone, membro del consiglio direttivo della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit).

Ancora non è chiaro se queste forme particolarmente severe siano dovute a un calo dell'immunità verso i virus dell'influenza dopo due anni di pandemia o a varianti virali più aggressive. Tuttavia, per l'infettivologo è importante riconoscere i segnali di allarme: «se si continua ad avere la febbre molto alta dopo 3-4 giorni e compare tosse con espettorato purulento, quella può essere una spia da non sottovalutare e occorre rivolgersi al medico e, semmai, verificare con una radiografia se è presente la polmonite», spiega Falcone.

La polmonite, anche se è la più severa, non è però l'unica complicanza dell'influenza: «Stiamo osservando frequentemente una forma di spossatezza che si protrae per diverso tempo dopo l'infezione. È qualcosa di simile al long-Covid, ma tende a risolversi in due-tre settimane». Quanto al Covid, «nelle prime settimane invernali è circolato tantissimo, ma grazie alle vaccinazioni e all'immunità pregressa il suo impatto clinico è stato minore rispetto a quello che stiamo vedendo con l'influenza. I casi gravi di Covid si verificano soprattutto in persone fragili, immunodepresse, spesso senza richiamo vaccinale», continua Falcone. «In questo momento mi preoccupa più l'influenza che il Covid», conclude.