REDAZIONE CRONACA

Monossido, in Toscana 5 vittime in pochi giorni. “Così si combatte il pericoloso gas”

Lo studio del Dipartimento di Prevenzione della Ausl Toscana centro evidenzia come le cause delle intossicazioni siano imputabili a manutenzioni non eseguite, impianti non a norma e comportamenti sbagliati

Firenze, 27 gennaio 2025 – Solo nella seconda metà del mese di dicembre scorso, rende noto il Dipartimento di Prevenzione della Ausl Toscana centro, in Toscana sono avvenuti 5 decessi e 10 persone sono rimaste intossicate a causa del monossido di carbonio “CO”: il killer silenzioso, perché è un gas inodore, incolore e insapore, non irritante, caratteristiche, queste, che lo rendono estremamente pericoloso proprio perché non viene avvertito da nessuno dei nostri sensi.

Le cause delle intossicazioni

Secondo quanto rilevato dall’Asl le principali cause dei decessi e delle intossicazioni sono, principalmente, sempre imputabili a manutenzioni non eseguite, impianti non a norma e comportamenti sbagliati. Gli incidenti si verificano prevalentemente in ambito domestico: per utilizzo di bracieri di legna, per la cattiva tenuta delle canne fumarie o non conformi alle vigenti normative, per insufficiente ventilazione e per l’istallazione di apparecchi termici in locali non idonei. Più in generale gli impianti e apparecchi termici se non installati a regola d’arte, correttamente manutenuti e diligentemente condotti, possono mettere a rischio la salute e la sicurezza delle persone a causa delle perdite dei prodotti della combustione e del gas di alimentazione all’interno dei locali abitati dando luogo ad intossicazioni da “CO” oltre a possibili esplosioni/incendi.

Come uccide

Il monossido di carbonio si forma ogni volta che sostanze contenenti carbonio sono bruciate in difetto di ossigeno. Si ha una buona combustione quando l’aria ricca di ossigeno si combina in modo ottimale con il combustibile (Metano, GPL, Legna, ecc). Dal punto di vista strettamente sanitario, spiega l’Asl, il “CO” inalato si lega rapidamente all'emoglobina del sangue (essendo circa 200 volte più affine), sostituendosi rapidamente all’ossigeno, così da formare un composto chiamato carbossiemoglobina“HbCO”, la cui conseguenza immediata consiste in una riduzione dell'apporto di ossigeno a tutto l'organismo, riduzione che conduce all'asfissia “ipossia”.

Come rilevare l’intossicazione

L'eventuale intossicazione da “CO” si rileva solo mediante il controllo del tasso di carbossiemoglobina presente nel sangue (emogas analisi con prelievo di sangue arterioso), mentre l'esposizione è rilevata misurando la concentrazione di monossido di carbonio presente nell'ambiente in cui avviene l’intossicazione. La gravità di un'intossicazione da CO è proporzionale alla quantità di CO fissata all'emoglobina, il che significa che non dipende solamente dalla concentrazione di CO nell'aria, ma anche dalla durata d'esposizione.

I sintomi

I bambini, che possiedono una respirazione più rapida, così come le persone impegnate in un'attività fisica, raggiungono più velocemente un tasso di carbossiemoglobina elevato. I primi sintomi di un'intossicazione sono il mal di testa, nausea, una percezione visiva sfocata, dei leggeri malesseri e palpitazioni, sintomi che molto spesso vengono attribuiti a tutt'altri stati patologici, spiega l’Asl.