ANTONIO FULVI
Cronaca

Nel paradiso di Gorgona: parla la nonna dell'isola, "Non abbandonateci"

Luisa Citti a 93 anni è una vera istituzione. Vive da sola con i suoi gatti

Luisa Citti tra Nicola Di Batte e Sofia Citti

Gorgona (Livorno), 4 marzo 2019 -  Il giorno del primo collegamento navale con ‘La superba’, la Gorgona ha accolto una cinquantina di turisti con il suo vestito migliore. In una giornata di primavera anticipata, con il mare di cristallo e le aloe fiorite di smaglianti fiammate rosse, turisti e guide hanno capito bene ciò che Luisa Citti, la nonnina dell’isola (92 anni) aveva detto qualche giorno prima all’assessore regionale Ceccarelli: «Non abbandonateci, questo può essere un paradiso ma a volte volte la lontananza è un inferno».

Luisa Citti è l’unica, tra la dozzina di residenti non legati alla colonia penale, a vivere davvero tutto l’anno su Gorgona. Ha una casetta infossata tra le altre, poche decine di metri sotto l’edificio dell’amministrazione penitenziaria. Ci sta sola sola, con due gatti. La solitudine non le pesa, anche perchè non c’è agente di polizia penitenziaria che non la coccoli. Quando sull’isola, è tornato il dottor Carlo Mazzerbo – di nuovo direttore dopo una quindicina d’anni fa – lei è stata la prima che è andato ad abbracciare.

Il tempo con Luisa è stato clemente anche con il suo viso: conserva una pelle liscia e pulita da bambina, con un sorriso insieme ingenuo e consapevole. Sua sorella Sonia viene ogni tanto a trovarla, come del resto gli altri pochi residenti come Nicola Di Batte, dirigente di una importante azienda di spedizioni internazionali. Anche lui ha una casetta, arroccata proprio sopra il micro-porticciolo, e come gli altri che sono rimasti fa parte di una catena di parentele arrivate a Gorgona in antiche epoche.

L’isola si vuole aprire al turismo, hanno detto pochi giorni fa l’assessore regionale Ceccarelli e lo stesso vicepresidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Ferri.

Trai più attenti al problema il consigliere regionale Roberto Biasci; vive a Rosignano, dalla sua casa vede all’orizzonte Gorgona e sa bene che non tutte quelle bellezze sono di facile fruizione. «E’ uno spreco che grida vendetta al Cielo – dice Biasci – lasciare un paradiso così come carcere, quando in altri paesi verrebbe turisticamente venduto a perso d’oro. Tra l’altro allo Stato questa colonia costa un patrimonio».

I residenti non si esprimono. Qualcuno vorrebbe restasse così, con un senso di profonda gelosia. Ma a fine aprile il ministero ha preannunciato un canone di affitto delle loro case – furono tutte incamerate dallo Stato in tempi remoti – che potrebbe decuplicare. Promettono: sarà guerra. Anche il paradiso dunque ha i suoi dèmoni.