Firenze, 13 aprile 2021 - Le isole covid free proposte dal ministro del turismo Garavaglia dividono l’Italia. C’è chi le vuole e chi le boccia. La sensazione è che alla fine del litigioso dibattito nazionale l’idea rimarrà tale. Così l’unica isola davvero covid free, cioè libera dal virus, per ora resta l’isola Maggiore in Umbria, che si estende per 24 ettari, la sola abitata delle tre isole che si trovano nel lago Trasimeno.
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«Sulla Maggiore – racconta all’agenzia Ansa il sindaco di Tuoro sul Trasimeno, Maria Elena Minciarini – vivono 15 persone e non abbiamo mai registrato alcun caso di Covid». Isola Maggiore a parte, la proposta del ministro Gavaraglia solleva reazioni contrastanti che toccano da vicino anche la Toscana, dove le isole e il turismo costituiscono un connubio storico.
L’isola d’Elba, con i suoi sette comuni, da giorni sogna di raggiungere l’immunità di gregge entro la fine di maggio, alla vigilia dell’estate. Ma la speranza sembra naufragare di fronte alle parole del governatore dell’Emilia Romagna Bonaccini, che stronca come una discriminazione l’idea del ministro: «Non possono esserci località turistiche privilegiate a discapito di altre». Anora più chiaro il sottosegretario alla salute Andrea Costa: «Se parliamo di turismo, qualcuno allora mi dovrebbe spiegare perché la Sicilia sì e Venezia no, perché la Sardegna sì e le nostre città d’arte no».
Di diverso parere ovviamente l’assessore alla salute della Sardegna, così come la Campania. Dalla Toscana l’assessore al turismo Leonardo Marras evita quelle che definisce «fughe in avanti». «Stiamo al calendario nazionale – sottolinea – l’obiettivo, anche dal punto di vista turistico, è vaccinare gli italiani affinché il nostro Paese possa rimanere ai primi posti di interesse e i turisti internazionali possano tornare. In questo quadro vaccinare le isole sono dentro la necessità generale». Per vaccinare però occorrono i vaccini. In Toscana sono attese, questa settimana, 136mila e 670 dosi di Pfizer, AstraZeneca e Johnson&Johnson. La speranza è che almeno quelle arrivino.
Qui Isola d'Elba: "Sarebbe un toccasana per la stagione estiva"
«Il progetto c’è, ma vista la bagarre a livello nazionale è in stand by. Non abbiamo notizie che stia partendo nell’immediato». Ad affermarlo è Angelo Zini, sindaco di Portoferraio e presidente della conferenza dei sindaci elbani per la sanità. All’Elba si conta di poter arrivare quanto prima ad una vaccinazione di massa che, oltre a mettere in sicurezza un’isola dove i pazienti per Covid bisognosi di cure ospedaliere vengono trasferiti con l’elisoccorso nel continente, permetterebbe di avvalersi di un marchio di qualità per salvare la stagione delle vacanze.
«E’ un progetto che condivido – aggiunge Zini – e mi auguro rimanga in piedi. Bisogna fare prima i vaccini alle categorie protette e agli over 80 ma poi, quando saranno disponibili altre dosi e sarà possibile riorganizzare la campagna vaccinale, l’iniziativa per le isole minori deve andare avanti perchè ha grande valenza dal punto di vista sanitario e turistico. Si tratta di mettere in sicurezza le popolazioni più fragili: vivono in realtà disagiate come le isole e non hanno la stessa offerta di servizi sanitari della terraferma».
Nella maggior delle isole dell’Arcipelago Toscano la vaccinazione di massa potrebbe essere finita in tempi contenuti. «La popolazione vaccinabile con esclusione degli under 16 - spiega Zini - è di 25 mila persone. Tenendo conto dei vaccini fatti, ne rimangono meno di 20.000, oltre a qualche centinaio di lavoratori delle strutture turistiche. Un numero contenuto. Se ci dicono di partire domani, entro maggio saremmo pronti. Le strutture dove fare i vaccini le abbiamo».
La valenza sarebbe importantissima. «Se si potesse dire che all’Elba si può venire in tranquillità – conclude Zini - avremmo la possibilità di lanciare il messaggio che il territorio è sicuro. E questo va ad aggiungersi agli altri punti di forza, come il tanto spazio sulle nostre 200 spiagge che consente di evitare assembramenti». (di Roberto Medici)
Qui Massa: "Idea sbagliata e discriminatoria"
«Vaccinare tutti e in fretta, rispetto dei protocolli». E’ la ricetta per salvare il turismo e l’economia, senza fare discriminazioni, che individuano quasi all’unisono il sindaco di Massa, Francesco Persiani, e il presidente della Provincia e sindaco di Montignoso, Gianni Lorenzetti.
Dalla Lega al Partito democratico, insomma, le terre apuane bocciano sonoramente le varie ipotesi che si inseguono in queste ore, fra isole Covid free e patentini vaccinali. Non tanto per la paura di perdere flussi turistici ma perché la filosofia dei due sindaci va in altra direzione: «Prima di tutto il turismo si indirizza liberamente ed è difficile mettere tutto sullo stesso piano. Chi sceglie di passare le vacanze su un’isola non è chi sceglie una meta come la nostra, dove ci sono mare e montagna. Insomma, non è una questione legata solo al Covid. Credo invece che non sia corretto creare delle disparità di trattamento fra i cittadini e non solo fra gli operatori turistici e le destinazioni. Ci sono altre strade per favorire la ripresa economica: riprendere in mano i protocolli che già esistono e dargli le gambe affinché siano fatti rispettare. Poi bisogna correre con i vaccini. Sono concetti uguali per tutti, che non creano discriminazioni».
Anche perché, conferma il primo cittadino di Massa, il territorio apuano ha ben altri problemi che possono danneggiare il turismo, a partire dal ripascimento della costa dove mancano decine di metri di spiaggia. «Dobbiamo procedere con i vaccini e lasciare perdere questi metodi, come le isole Covid free, che penso siano discriminatori – conclude Lorenzetti -. Creano differenze fra cittadini e territori e determinano una corsa ad attrezzarsi in una situazione estremamente difficile. Una situazione da cui invece dobbiamo pensare di uscire tutti insieme: vaccini, rispetto delle regole e distanziamento sociale. Ognuno può fare la sua parte». (di Francesco Scolaro)