
Jim Morrison
Firenze, 3 luglio 2023 - Il 3 luglio del 1971, a Parigi, moriva Jim Morrison. Aveva 27 anni. La stessa età di Jimi Hendrix, che era morto nel settembre dell'anno prima, e un anno in più di Janis Joplin, morta in ottobre, sempre del 1970. La triade maledetta del rock'n'roll. La verità definitiva è conosciuta solo sulla morte della povera Janis, fulminata da un'overdose di eroina. Attorno a quelle di Hendrix e Morrison si continua a discutere: qualcuno ritiene addirittura che, come d'altra parte si dice di Elvis, l'ex cantante dei Doors sia ancora vivo. Morrison è stato trovato cadavere nell'appartamento che divideva con Pamela Courson, la sua compagna storica, nonchè erede unica. All'epoca non fu effettuata l'autopsia. Neppure Bill Siddons, il manager dei Doors, che prese il primo aereo per raggiungere Parigi, fece in tempo a vederlo. Jim venne dichiarato morto per cause naturali, subito chiuso in una bara, e poi seppellito nel cimitero monumentale degli artisti di Pere Lachaise, lo stesso di Chopin, Edith Piaf e Oscar Wilde. La sua tomba continua a essere uno dei luoghi più visitati della città, soprattutto oggi è meta di pellegrinaggio di migliaia di fan.
La Courson morì di overdose tre anni dopo Jim, portandosi dietro i segreti sull'ultima notte del Re Lucertola. Aveva raccontato che quell’ultima sera aveva preparato una cena leggera, avevano visto un filmino delle vacanze in Spagna e Marocco, ascoltato un po’ di musica, e poi si erano addormentati. Jim ad un certo punto iniziò a stare male, Pamela gli disse di chiamare un dottore, ma Morrison preferì andare a farsi un bagno, in quella vasca dove poi fu ritrovato esanime. Eppure molti misteri incombono ancora sulla sua morte, a cominciare dalle telefonate convulse che, quella stessa sera, Pamela fece a un suo amante. Questi anni trascorsi hanno ulteriormente rafforzato il mito di una delle icone più potenti della storia della musica popolare. Un fenomeno impressionante, se si pensa che i Doors si sono formati nel 1965 e che il primo disco è uscito nel 1967, l'ultimo con Morrison nel '71.
Complessivamente hanno inciso sei album di studio e un live leggendario: ma il mito Morrison continua a rimanere intaccato. Non si possono comprendere le ragioni di questo mito se non si parte dalla Los Angeles degli anni '60, laboratorio di idee, musica e sperimentazioni sociali che ha offerto all'allora studente di cinema il terreno ideale per sviluppare la sua complessa personalità. Jim era il figlio di un ufficiale della marina, poi diventato ammiraglio che, tanto per chiarire, sconsigliò al figlio di continuare la carriera di cantante dopo aver ascoltato il suo primo disco. Non è un caso che i suoi rapporti con la famiglia furono azzerati. Appassionato di cinema, ma anche fan accanito di Elvis e Sinatra, lettore avido di Rimbaud e Baudelaire, di William Blake, dei Beat (è stato amico personale di Michael McClure), Celine, Nietzsche, ammiratore di Artaud e studioso di psicologia e dei miti degli Indiani d'America, Morrison riuscì a trasferire questo articolato universo culturale nella figura di uno dei più sfrontati frontman della storia. Non va dimenticato che proprio in quegli anni il rock stava assumendo una nuova fisionomia: si era esaurita la fase eroica dei padri fondatori e, sotto la spinta della British Invasion, stava nascendo una nuova espressione musicale, che porta dritto alla musica di oggi.
Fu inventore di un look - pantaloni di pelle, camicia aperta, cinturone con borchie, collane e Ray Ban a specchio - che è diventato icona di un certo rock. Morrison in fondo è stato il primo frontman a portare sul palco il misticismo dello 'sregolamento dei sensi'. Sarebbe sufficiente raccontare che proprio guardando proprio un concerto dei Doors, che Iggy Pop è stato ‘fulminato’ sulla via del rock'n'roll: questo per riassumere l'effetto dirompente della sua presenza. Se dunque da subito Jim Morrison divenne un simbolo della reazione dell'universo giovanile alle istituzioni, non si può dimenticare la miracolosa simbiosi tra la sua voce e la sua personalità e la musica dei Doors, una della band più influenti e originali della storia. È anche per questo che dopo oltre mezzo secolo il mito del re Lucertola è ancora così vivo. Nasce oggi Franz Kafka nato il 3 luglio del 1883 a Praga. Nei suoi romanzi e racconti, avvolti da un’atmosfera magica e allucinata, dibatte del problema dell’incomunicabile solitudine della creatura umana, prigioniera in un mondo che gli riesce incomprensibile. Ha scritto: “Lascia dormire il futuro come merita: se lo svegli prima del tempo, si ottiene un presente assonnato”.