
John Nash e Russell Crowe
Firenze, 13 giugno 2022 – Il 13 giugno 1928 a Bluefield, in Virginia, nasceva John Nash, uno tra i più grandi matematici di sempre. È passato alla storia come il genio che ‘interpretò’ il caso, lo stesso caso che, in un incidente stradale, mise fine alla vita sua e di sua moglie mentre viaggiavano in taxi.
Attraverso la matematica applicata alla teoria dei giochi, aveva cercato di arrivare a spiegare come il caso influenzasse le complesse situazioni della vita quotidiana, con relative applicazioni in vari campi, dall’economia alla politica alle strategie militari. Nel 1950 si era laureato con una tesi sui giochi non cooperativi, e proprio inquadrandolo come il frutto di un ‘gioco non cooperativo’, nel 2008 John Forbes Nash aveva descritto, e spiegato, la crisi finanziaria internazionale. Nel 1951 ottenne una cattedra al Massachusetts Institute of Technology, nel 1959 i segni evidenti della schizofrenia, contro cui lottò tutta la vita, lo costrinsero a ritirarsi dall’insegnamento al Mit. Il brillante matematico tornò nell’ambiente universitario negli anni settanta, a Princeton, quando le condizioni di salute mentale migliorarono e glielo consentirono.
È stato insignito dei più prestigiosi riconoscimenti scientifici, nel 1978 ricevette il premio Neumann, nel 1994 il Premio Nobel per l’Economia, nel 1999 il premio Steele, nel 2015 il premio Abel che andò a ritirare in Norvegia. Al rientro negli Stati Uniti, l’incidente che gli fu fatale, mentre lui e sua moglie tornavano a casa. La vita di John Nash, un uomo in bilico tra la razionalità matematica e il tormento dalla schizofrenia, è stata raccontata prima nelle pagine di un libro e poi in un film. Dalla biografia ‘A beautiful mind’ scritta da Sylvia Nasar, il regista Ron Howard ha tratto l’omonimo lungometraggio interpretato da Russell Crowe. La teoria dei giochi, centrale di tutto il lavoro di Nash, ha ancora molto da dire sia riguardo il futuro e l’impatto dell’intelligenza artificiale, che nei vari campi di ricerca di frontiera.
Nasce oggi
Fernando Pessoa nato il 13 giugno 1888 a Lisbona. La sua opera, segnata da uno stile tormentato, magico e astratto, è tra le più grandi espressioni del Novecento europeo, ed è stato perciò definito il poeta più rappresentativo del XX secolo insieme a Pablo Neruda. Oltre che col proprio nome, si firmò anche con ‘eteronimi’, ciascuno corrispondente a una specifica personalità e a un particolare stile letterario, come Alberto Caeiro poeta bucolico, Ricardo Reis poeta ellenista, Alvaro de Campos modernista e futurista. Ha scritto: “Di tutto restano tre cose: la certezza che stiamo sempre iniziando, la certezza che abbiamo bisogno di continuare, la certezza che saremo interrotti prima di finire”.