Firenze, 21 giugno 2023 – Sembra una calma apparente, ma sotto sotto le indagini sulla scomparsa di Kata bollono. Spenti i riflettori sull’Astor, sgomberato sabato, l’attività dei carabinieri non si è però fermata. Anzi. Anche ieri, c’è stato un gran via vai di testimoni da sentire. O risentire. Sono tutti ex ospiti dell’hotel. Perché anche se la maxi ispezione, durata due giorni, non ha restituito la bambina peruviana di cinque anni che manca da sabato 10 giugno, la soluzione del mistero sembra sempre lì, oltre il cancello sigillato di un’occupazione dove si faceva la guerra per una stanza e dove forse si seguivano anche gli istinti più biechi.
Le idee , adesso, si fanno più nette. Anche se in dieci giorni di indagini a 360 gradi, tutte le piste sono state prese in considerazione. Accanto al sequestro di persona a scopo di estorsione, altri moventi possibili, pedofilia compresa.
Le sonde negli anfratti o nei pozzi neri svuotati hanno suggerito agli inquirenti di trovare con insistenza la “via di fuga“.
Kata non è più nell’hotel, resta da capire chi l’ha portata via. Ma anche come. Per questo, la caccia alle telecamere si fa quasi fondamentale. Il tempo che passa - siamo al decimo giorno di ricerche - non è un alleato per il pool investigativo coordinato dai pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda.
Gli esperti del Ros hanno allargato il raggio delle telecamere da guardare. Da questa analisi, si potrebbe capire il punto esatto da cui la bambina è stata fatta uscire. Non è detto che il ’ricercato’ sia un esterno. Più i giorni passano e più si ha l’impressione che gli inquirenti restino ancorati a quel mondo dell’occupazione, fatta di illegalità, paura, omertà.
Chissà invece qual è il pensiero dell’ex comandante dei Ris, Luciano Garofano. E’ stato ingaggiato dai genitori della bambina come consulente e ieri, autorizzato dalla procura, ha fatto il suo ingresso all’Astor per un sopralluogo, accompagnato da Miguel Angel Romero e Katherine Alvarez, babbo e mamma di Kata, e dai loro legali, Filippo Zanasi e Sharon Matteoni.
“E’ impossibile fare delle ipotesi, perché non abbiamo tutti gli elementi. Il sopralluogo serve a capire quali sono state le modalità del sequestro di Kata. Lo abbiamo fatto anche con le informazioni che ci hanno dato i genitori e che sono molto preziose" ha detto il generale davanti a un muro di telecamere.
Per l’esperto che si è occupato dei più intricati casi italiani, tuttavia, "dopo lo “sgombero che c’è stato e con le ricerche fatte col Gis" pare "abbastanza scontato che la bambina sia stata sequestrata e portata via ma non chiedeteci cosa è successo, se è ancora viva, quale è stato lo scopo, perché nessuno lo può dire e non sarebbe serio fare delle supposizioni su cui non abbiamo elementi. Sicuramente è stato premeditato. I sequestri prevedono una premeditazione, non prevedono certamente una decisione d’impeto".
“Abbiamo esplorato tutte le vie di entrata e uscita, anche quelle meno facili perché era giusto farci un’idea - ha concluso -. Poi ce la faremo anche con le telecamere disposte nel territorio". Sperando che non tutti i contenuti si siano sovrascritti con il passare dei giorni, come già accaduto per alcuni occhi elettronici.