REDAZIONE CRONACA

Kata, due mesi di ricerche senza sosta. L’ultima traccia della piccola il 10 giugno, poi il buio

Finora nonostante gli inquirenti abbiano passato al setaccio ore e ore di video restituiti da quasi 1.500 telecamere di tutta la città

Firenze, 5 agosto 2023 – Il 10 agosto saranno 60 giorni. Due mesi di buio che hanno inghiottito la piccola Kata, sparita dall'ex hotel Astor lo scorso 10 giugno, occupato abusivamente e poi sgomberato la settimana successiva.

L'ultima traccia della bimba peruviana di 5 anni che viveva lì insieme alla mamma e al fratellino, risale alle 15.12 del 10 giugno come dimostra il fotogramma di un video che la riprende per l'ultima volta nell'ex albergo mentre sale le scale interne del cortile verso il terzo piano e, un minuto dopo, quando scende da sola. Poi il vuoto.

Finora nonostante gli inquirenti abbiano passato al setaccio ore e ore di video restituiti da quasi 1.500 telecamere di tutta la città della piccola non ci sono tracce. In questi quasi due mesi i carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dal sostituto procuratore Christine Von Borries, hanno continuato a scavare a fondo nel sottobosco di illegalità dell’ex albergo.

Finora sarebbero state sentite circa 80 persone come ‘informate sui fatti’, mentre dalla fitta ragnatela di videocamere a destare interesse sono stati soprattutto due fotogrammi: un filmato che riprende un furgone che lascia via Monteverdi, sul retro dell’Astor, quando forse Kata è già in mano ai suoi rapitori.

Forse coincidenze. Le stesse che vedono da verificare certe visite avvenute, nei giorni precedenti al rapimento, di persone che cercavano lo zio, Abel, all’Astor. Un vero rompicapo che ha portato a esaminare non solo le vie di fuga, ma anche persone in entrata e uscita con sacchi, zaini, valigie, borsoni: qualsiasi cosa che avrebbe potuto contenere una bimba di una quindicina di chili. Ma finora le risposte sono poche. La certezza è che gli inquirenti sono certi di trovarsi di fronte a un rapimento a scopo di estorsione o ritorsione.

La stessa convinzione dei genitori di Kata, Miguel Angel Ramon Chiclio Romero e Kathrina Alvarez che, a metà luglio, hanno lanciato un appello anche alla presidente del consiglio, Giorgia Meloni e a tutta la città.

La richiesta: "Prendere a cuore il caso di Kata e fare di tutto per sollecitarne la restituzione". La comunità peruviana di Firenze in questi due mesi non ha mai smesso di chiedere giustizia per la piccola e ormai, i cortei tra via Maragliano dove si trova l'ex albergo e il quartiere di Novoli hanno raggiunto quasi quota 30 con una cadenza giornaliera. Gli inquirenti sono sicuri che Kata non si trovi nell'ex albergo passato al setaccio in ogni angolo, dal sottotetto alla rete di fosse biologiche, tanto che il suo profilo è stato inserito nella database dell'Interpol, attivando così ricerche oltre i confini italiani, Perù incluso.