GIOVANNI SPANO
Cronaca

Kata, tre nomi nel mirino. I genitori in caserma ascoltati per otto ore, perquisita una ditta

Fari puntati su chi poteva avercela con la famiglia Alvarez. Un testimone: "Il 10 giugno tre uomini cercavano lo zio". Usato il luminol in alcuni garage

Firenze, 30 giugno 2023 – Uscire dalla selva oscura dell’ex Astor, dal ginepraio di amicizie, conoscenze, parentele dei genitori di Kata. Dalla guerra per bande che c’era nella struttura occupata. Dalle testimonianze. Come quella del giovane che parla di tre peruviani arrivati all’Astor, giorno 10 giugno, in cerca dello zio di Kataleya. Hanno preso lei anziché lui? E poi immagini della videosorveglianza che rimandano a rumori di bandoni chiusi, di auto che partono subito dopo. Con la piccola a bordo? Fare o rifare i nomi di chi poteva avercela con gli Alvarez, la famiglia di Kata. E per quali motivi. Pesanti pur in una prospettiva criminale. Il movente o i moventi del kidnapping: loro, ragionevolmente, li conoscono. Come i nomi, alcuni almeno, si parla di una rosa di tre, di chi potrebbe avergliela fatta pagare.

Ieri mattina e, poi, nel primo pomeriggio Kathrine e Miguel sono rimasti per otto ore nella caserma dei Carabinieri di Borgo Ognissanti. Prima lui poi lei. Tanto, anche togliendo il tempo per le formalità burocratiche. Hanno raccontato la loro verità ai pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda e agli investigatori dell’Arma. "Hanno chiesto i genitori di essere ascoltati. Non sono stati convocati", ha precisato a scanso di equivoci l’avvocato (con Sharon Matteoni) Filippo Zanasi. I due legali – e il consulente scientifico di parte Luciano Garofano, ex capo del Ris di Parma – li hanno solo accompagnati essendo i genitori persone ‘prese a sommarie informazioni testimoniali’.

Mattinata convulsa , quasi frenetica: mentre in caserma i pm raccoglievano le indicazioni della coppia, i carabinieri perquisivano su decreto dei pm Tescaroli e Von Borries nel ‘quadrilatero’ Maragliano-Boccherini-Monteverdi, concentrandosi sui locali di una ditta ("di due fratelli italiani non indagati") adiacente al cortile Astor e i garage accanto. "Attività finalizzata alla ricerca anche col luminol di eventuali tracce". Il luminol rileva il sangue, anche se lavato o rimosso. I carabinieri parlano di attività per "ricostruire possibili vie di fuga attraverso cui la minore (forse dopo essere stata nascosta, ndr) potrebbe essere stata fatta uscire".

Infine due esponenti del governo sono intervenuti sul caso. Il ministro Nordio ha detto in Senato: "Secondo quanto rappresentato dalla Procura, non sussistono elementi per ritenere che il rapimento possa essere ricondotto alla permanenza di Kata nell’immobile occupato”. E il ministro Piantedosi ha detto di confidare “che qualche elemento in più possa portare a una nuova pista, legittimo tenere accesa la speranza di ritrovarla”.