Firenze, 20 gennaio 2023 - In alcuni casi saranno bonifiche, in altri pulizie dei rifiuti, in altri casi ancora messe in sicurezza permanenti, ma la prima notizia è comunque che da lunedì inizierà la rimozione del Keu dal sito di Pontedera, uno dei 13 punti in cui in Toscana si trovano sepolti i fanghi tossici. L’altra notizia è che proprio a questo scopo la Regione ha stanziato un extra budget che sarà inserito nella variazione di bilancio di aprile, come confermato dal presidente Eugenio Giani. "Porteremo 10 milioni di euro, 5 milioni sul 2023 e altri 5 milioni sul 2024, che si uniranno ai 5 milioni che avevamo previsto per quest’anno così da poter procedere affinché possano essere frenati gli effetti periclosi per la salute". Nel quadro tracciato dal presidente della Regione insieme all’assessore regionale all’ambiente Monia Monni c’è anche una data, quella del 2025, entro la quale l’opera di rimozione dei veleni dovrebbe essere completata.
La giunta regionale auspica inoltre l’arrivo in tempi rapidi del Dpcm che darà il via libera alla possibilità di accedere alla struttura commissariale per le bonifiche diretta dal commissario Vadalà, "uno strumento – ha proseguito Monni – che ci consentirà di intervenire in maniera ancora più incisiva sulle aree interessate". Era la primavera del 2021 quando fu scoperchiato l’enorme vaso di Pandora chiamato Keu, l’inchiesta della magistratura che punta a far luce sulle infiltrazioni della ’ndrangheta in alcune ditte della Toscana e sui loro rapporti con il mondo politico, ma anche e soprattutto sullo sversamento di questi fanghi tossici in 13 zone della regione, tra cui il rilevato stradale con cui è stata costruita una parte della nuova statale 429, nel Comune di Empoli. Da allora le vicende politiche e giudiziarie si sono spesso intrecciate con le tematiche ambientali, tra le preoccupazioni di cittadini e comitati e la volontà di accelerare i tempi. "Dieci siti – ha spiegato ancora Monni – sono di competenza dei Comuni per quanto riguarda le procedure di bonifica e tre siti di competenza regionale. Per quanto riguarda la strada 429, di competenza regionale, abbiamo effettuato la messa in sicurezza temporanea, mentre il sito di Pontedera e quello di Bucine non sono più nella disponibilità della famiglia Lerose (la famiglia finita al centro dell’inchiesta per la sua attività di gestione di impianti smaltimento rifiuti a Pontedera, ndr) e sono adesso gestiti da un amministratore giudiziario. Sul sito di Pontedera le prime operazioni di rimozione dei rifiuti partiranno nella giornata di lunedì prossimo, mentre sul sito di Bucine stiamo terminando lo screening per individuare le priorità su cui intervenire nell’immediato".
Qualche buona notizia arriva quindi sul fronte Arpat. Gli accordi siglati con le università di Firenze e Pisa hanno consentito di fare luce sul materiale contenuto all’interno dell’aggregato riciclato che produceva la ditta LeRose. La sostanza più pericolosa che il Keu può rilasciare è il cromo esavalente. "Ma per fortuna – dice il direttore di Arpat Pietro Rubellini – le nostre falde hanno buoni anticorpi per difendersi. E infatti nella stragrande maggioranza delle situazioni che abbiamo analizzato, nei pozzi non lo abbiamo trovato. Il sito più preoccupante da questo punto di vista era quello di Pisa, ma è già st ato ripulito. Questo però non vuol dire che si possa e si debba stare tranquilli: il materiale va rimosso. Le nostre analisi ci dicono soltanto che abbiamo tutto il tempo necessario per farlo". Emblematico l’esempio della 429 a Empoli, dove a preoccupare sono anche i pozzi. "Le percentuali riscontrate nel rilevato sono inferiori a quelle trovate nelle fiancate. E le analisi sull’acqua – dice Rubellini – ci dice che al momento questa è pulita".