ALESSANDRO PISTOLESI
Cronaca

Terre avvelenate dal keu. “Serve uno studio epidemiologico”, i Cinquestelle agitano la politica

La richiesta della capogruppo Galletti in consiglio regionale per tutela della salute. In attesa dell’udienza preliminare

Carotaggi dei carabinieri a caccia del Keu sul tratto empolese della strada 429

Carotaggi dei carabinieri a caccia del Keu sul tratto empolese della strada 429

Empoli (Firenze), 20 giugno 2024 – Ombre e veleni. Ma anche interrogativi pesanti che invece di trovare risposte sembrano aumentare con il passare del tempo tempestando di dubbi le famiglie. L’ultimo capitolo dell’intricata vicenda Keu lo ha aperto Irene Galletti, presidente dei 5 Stelle in Regione, con una mozione presentata ieri al consiglio toscano. La richiesta: "avviare subito uno studio epidemiologico". Per lo scandalo dei fanghi tossici – secondo la Dda di Firenze sono stati scaricati a tonnellate in 13 siti sparsi in mezza Toscana – si tornerà in aula il 20 settembre. Ma in attesa che l’udienza preliminare decolli (rischiano il processo 24 persone e 6 società), la questione agita la politica tra attacchi incrociati e, appunto, veleni. Il M5S invoca lo stanziamento di risorse regionali per "uno studio focalizzato sull’incidenza di malattie correlabili al Keu nelle province di Firenze, Pisa e Arezzo dove sono distribuiti i 13 siti inquinati attualmente noti".

Ma non solo: "Oggi sappiamo che ci sono almeno altri 60 siti inquinati soggetti a indagini, che dovranno essere messi in sicurezza e bonificati – insiste Galletti –. Se per questi l’inchiesta in corso limita la possibilità di azione, è fondamentale avviare subito un monitoraggio nelle aree già identificate e prepararsi a intervenire sulle altre". Per l’esponente grillina si tratta di "una necessità inderogabile che serve a rassicurare la popolazione sul fatto che la Regione non è un soggetto passivo nella vicenda, ma sta agendo per la massima tutela dei territori".

I potenziali rischi per la salute avvelenano il sonno delle famiglie che abitano a due passi dalla strada regionale 429 a Empoli dove per gli inquirenti sarebbero state scaricate ottomila tonnellate di scarti. Così come è preoccupato il comitato ’Vittime di Podere Rota’ a Terranuova (Arezzo) che già lo scorso mese aveva lanciato l’allarme chiedendo a Regione, Usl, Arpat e Ispro di elaborare dei dati sul monitoraggio epidemiologico e sull’incidenza di leucemie o altre malattie potenzialmente correlabili al Keu. Ieri l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni si è trincerata nel silenzio e ha glissato sull’argomento. Le sue ultime parole riguardo alla vicenda Keu restano quelle rilasciate un mese fa in consiglio regionale: "È in corso un’attività ricognitiva di Arpat su indicazione della Dda – aveva detto l’assessora in aula –, nell’ambito della quale l’intero materiale sequestrato è stato messo a disposizione dell’Agenzia regionale, che sta conducendo un’indagine amministrativa parallela ancora in corso". E poi aveva ammesso: "È emersa la possibilità che vi possano essere altre aree inquinate" specificando che "a oggi non è possibile rivelare né dove né quali siano gli ulteriori potenziali siti anche perché potrebbero aprire un nuovo filone di inchiesta". Parole che avevano innescato la replica della deputata Erica Mazzetti (Forza Italia): "È fondamentale avere un quadro chiaro di tutti i nuovi siti contaminati. Ci sono in gioco dei diritti fondamentali come la salute e l’ambiente".