Roma, 8 agosto 2021 - "Disturba la famiglia": con questa motivazione alcuni agenti di polizia hanno fatto uscire dalla cattedrale di Reggio Calabria il cronista e autore televisivo Klaus Davi durante la messa in suffragio del boss della 'ndrangheta Giovanni Tegano, in occasione del trigesimo della sua morte. Dopo essere stato identificato dalla polizia a Davi è stato permesso di rientrare, ma senza fare riprese.
"Ero a Reggio Calabria _ dice Davi _ e mi sono stupito di vedere la città tappezzata di centinaia di manifesti funebri che annunciavano la messa in suffragio di Giovanni Tegano nella cattedrale. Ho pensato si trattasse di un omonimo, mi sembrava strano che dopo le prese di posizione del Papa sulla mafia si concedesse di tenere in duomo la messa per un boss. e invece era proprio quel Giovanni Tegano, quello che gli investigatori chiamano il Totò Riina calabrese, protagonista delle più sanguinose guerre di 'ndrangheta con oltre mille morti".
Incuriosito, Davi (da anni impegnato nella lotta alla criminalità organizzata) si è recato nella cattedrale e si è seduto in ottava fila, facendo alcune riprese. "A quel punto _ continua _ la figlia del boss ha chiamato la polizia e sono stato fatto uscire, mi hanno detto che disturbavo la famiglia, ma io non disturbavo nessuno, ero in ottava fila in un evento pubblico. Credo che gli agenti fossero in buona fede, ma male informati e ho fatto presente che si trattava di un evento annunciato con manifesti, in tv, sui giornali con l'invito alla cittadinanza a partecipare.Una messa organizzata nella cattedrale della città. Oltretutto il prete ha chiesto di spegnere l'audio, non di non fare video e non ero il solo a fare riprese perché la chiesa è rimasta sempre aperta al pubblico e in tanti facevano riprese degli interni della chiesa che è molto bella".
Dalla curia, al momento, nessun commento alla vicenda: "Mi aspetto che dicano qualcosa, mi pare che concedere la cattedrale per la messa in suffragio di un boss sia in contrasto con la linea di Papa Francesco"