IRENE PUCCIONI
Cronaca

Klodiana, uccisa dall’ex. Lo strazio dell’amica: "Doveva denunciarlo. Non averla convinta resterà il mio rimpianto"

Ogni giorno raccoglieva le sue confidenze: temeva per i figli. "Dopo l’omicidio mi sono barricata in casa, quell’uomo odiava anche me. Gli dicevo ’vado io dai carabinieri’. Lei era sicura che lui nascondesse un’arma"

Castelfiorentino (Firenze), 1 ottobre 2023 – L’amica e confidente più cara di Klodiana Vefa, 36 anni, uccisa a colpi di pistola dall’ex marito, Alfred Vefa, 44 anni, in strada a Castelfiorentino giovedì scorso all’ora di cena, è uscita di casa solo ieri mattina, dopo il ritrovamento del killer, morto suicida.

Klodiana Vefa, la donna uccisa a Castelfiorentino (Firenze): aveva 36 anni
Klodiana Vefa, la donna uccisa a Castelfiorentino (Firenze): aveva 36 anni

Con lei la giovane donna albanese si era confidata anche poche ore prima di venire ammazzata. Il tragico epilogo è stata una liberazione per l’amica, ma anche l’inizio di un senso di colpa che non le dà pace. "Dopo la morte di Klodiana mi ero praticamente barricata in casa – racconta la donna – Alfred era ancora in giro ed armato. Poteva venire a cercarmi e uccidere anche me. Lui mi odiava e mi temeva perché gli tenevo testa. Io di lui non avevo paura. Più di una volta gli ho detto: se non ti denuncia lei per l’inferno che le stai facendo passare, lo faccio io".

Già, perché Klodiana non ha mai denunciato il suo ex marito se si sentiva in pericolo?

"Per i figli. Aveva paura che se lo avesse fatto lui avrebbe fatto del male ai suoi ragazzi: uno sfregio per colpire lei. E poi era convinta anche di un’altra cosa...".

Quale?

"Pensava che anche denunciando le minacce, i pedinamenti e i tormenti che le infliggeva, non sarebbe cambiato nulla. Mi diceva: tanto quello che vuole fare lo farà lo stesso. Sa come la chiamavo io Klodiana?"

Come?

"L’albanese dalla testa dura, ma con un cuore immenso: amava i suoi figli alla follia. Voleva essere felice, ci stava provando con tutte le sue forze. Aveva trovato una persona con cui stava bene. Un uomo che come lei ha vissuto anni di inferno sopportando di tutto perché volevano stare insieme. Lo conosco benissimo e anche lui come me, fino a quando Alfred non è stato ritrovato morto ha avuto paura ad uscire di casa. Ora, però, ci sarà da affrontare tutto il resto: un dolore insopportabile e un rimpianto che mi tormenterà per sempre".

Se potesse tornare indietro cosa farebbe?

"Andrei dai carabinieri e denuncerei, con o senza il consenso di Klodiana. Né io né il suo compagno ce la siamo sentiti di andare contro la sua volontà. Abbiamo insistito tanto. Abbiamo cercato di convincerla in ogni modo. Ma lei alla fine chiudeva il discorso dicendo: siamo albenesi, non potete capire. L’abbiamo rispettata fino in fondo".

E la famiglia sapeva?

"Guardi, secondo me sapeva molto poco o comunque non tutta la verità. Klodiana era sempre sorridente. I sui tormenti e timori li confidava agli amici e di Alfred non parlava mai male con le altre persone. Di lui diceva che era un gran lavoratore. Lo sarà anche stato, ma nell’ultimo anno non aveva più messo un euro in famiglia pur continuando a condividere lo stesso tetto con lei e con i ragazzi. Dopo che l’ha uccisa ho pensato che avesse pianificato tutto: ha preso i soldi ed è scappato in Albania".

La pistola con cui ha ucciso e si è ucciso pare che Alfred Vefa la tenesse in casa...

"Quello che posso dire è che Klodiana se lo sentiva che l’avrebbe uccisa con una pistola. Non me lo ha mai detto apertamente, ma una volta me lo ha fatto capire che lui aveva un’arma, aggiungendo una frase che se ci ripenso mi toglie il fiato: ’Ormai ho il tempo in scadenza’. Ora non so come faremo ad andare avanti".