Livorno, 11 gennaio 2020 - «Immigrazione: per la sicurezza dei cittadini livornesi o pagano i poliziotti o gli stranieri irregolari rintracciati restano liberi di circolare sul territorio". È la pesante denuncia che arriva da Angela Bona, segretario generale provinciale del Sindacato italiano unitario lavoratori polizia (Siulp). "Per espellere gli stranieri irregolari i poliziotti hanno pagato di tasca loro le spese di missione – dice la Bona – anche se l’amministrazione (in questo caso il ministero degli Interni) deve corrispondere agli agenti un anticipo. Ma a fine anno i soldi non ci sono mai perché il bilancio viene chiuso intorno a Natale".
La rabbia e l’incredulità di fronte a una vicenda che la Bona ha portato alla ribalta segnalando due episodi che si sono verificati a Livorno negli ultimi giorni di dicembre. "Nel primo caso – racconta – il clandestino è stato accompagnato al Cie di Trapani con volo di linea pagato dal ministero, ma i due agenti hanno dovuto anticipare le spese e il sostentamento dello straniero.
Al rientro hanno avuto il rimborso". Il secondo episodio, invece, ha fatto esplodere la rabbia: "Durante i controlli in piazza Garibaldi, uno dei quartieri più critici di Livorno per la criminalità – racconta la rappresentante sindacale –, è stato individuato un clandestino. Abbiamo avvertito l’ufficio immigrazione che ha dato disposizioni affinché l’uomo venisse accompagnato in un centro di identificazione.
I poliziotti hanno chiesto l’indennità di missione ma, di fronte alla risposta negativa, questa volta si sono rifiutati di anticipare i soldi". Quando però il clandestino non può essere accompagnato al Cie, scatta l’obbligo di redigere l’articolo 15 del testo unico di pubblica sicurezza datato 18 giugno 1931: "Così il cittadino irregolare – fa presente la Bona – invece di essere allontanato da Livorno è stato rilasciato libero di circolare sul territorio e invitato a ripresentarsi nei giorni successivi in questura".
Al danno, la beffa. "In molti casi – continua – si tratta di persone che commettono reati dettati dalla disperazione. Figuriamoci se si ripresentano in questura. Scappano in altre città sperando di non essere presi". La situazione è molto critica. "Non ne possiamo più – denuncia il sindacato –, qualcuno si deve assumere le proprie responsabilità. Noi vogliamo sapere come dobbiamo comportarc". Il questore di Livorno, Lorenzo Suraci, assicura che farà chiarezza, ma conferma: "Ogni fine anno terminano i fondi per pagare i trasferimenti, un problema sul quale però non sono io a poter prendere decisioni". ©RIPRODUZIONE RISERVATA